Una proprietaria cita in giudizio il vicino per aver sopraelevato il proprio edificio, violando le distanze legali e ostruendo la veduta dal suo terrazzo. La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 12879/2025, interviene su un punto cruciale: il risarcimento del danno. Pur confermando la violazione, la Corte rigetta il concetto di 'danno in re ipsa', secondo cui il danno sarebbe implicito nella violazione stessa. Richiamando un'importante sentenza delle Sezioni Unite, stabilisce che chi subisce il danno deve allegare e, se contestato, provare un pregiudizio concreto per ottenere il risarcimento. La violazione della norma non è più sufficiente per un indennizzo automatico.
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