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Diritto Immobiliare

Notifica a irreperibili: gli obblighi di ricerca
In un caso di divisione di un immobile a seguito di divorzio, la Corte di Cassazione ha confermato la nullità di una notifica a irreperibili effettuata a un ex coniuge trasferitosi all'estero. La Corte ha stabilito che, prima di ricorrere alla procedura ex art. 143 c.p.c., il notificante ha l'obbligo di compiere ogni ricerca con ordinaria diligenza per rintracciare il destinatario, non potendosi basare su informazioni vecchie o su un precedente tentativo di notifica fallito. L'onere della ricerca approfondita è un presupposto inderogabile per la validità della notifica.
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Godimento esclusivo bene ereditario: quando pagare?
Una coerede utilizzava in via esclusiva un immobile facente parte dell'eredità. La Corte di Cassazione ha stabilito che il godimento esclusivo bene ereditario non genera automaticamente l'obbligo di versare un'indennità agli altri coeredi. Tale obbligo sorge solo se gli altri eredi hanno manifestato l'intenzione di utilizzare il bene e ne sono stati impediti. La Corte ha cassato la sentenza d'appello che aveva imposto il pagamento basandosi sul solo utilizzo.
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Divisione ereditaria prova: Cassazione chiarisce
In un caso di divisione ereditaria, la Corte di Cassazione ha stabilito che la mancata produzione dei titoli di proprietà e delle certificazioni ipo-catastali non comporta il rigetto della domanda se la comproprietà dei beni non è contestata tra gli eredi. La Corte ha chiarito che la prova richiesta in questi giudizi è meno rigorosa rispetto alle azioni di rivendicazione. Di conseguenza, ha annullato la decisione della Corte d'Appello che aveva respinto la domanda per carenza di prova, sottolineando che l'obiettivo è facilitare lo scioglimento della comunione e non creare situazioni di stallo permanente.
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Distanze tra costruzioni: la Cassazione decide
Il caso riguarda una controversia sulla violazione delle distanze tra costruzioni a seguito di una sopraelevazione. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando che la distanza minima di 10 metri prevista dal D.M. 1444/1968 è una norma imperativa che si applica automaticamente, sostituendo le normative locali, non appena un comune ha provveduto alla zonizzazione del territorio, anche se il piano urbanistico è solo adottato e non ancora approvato in via definitiva.
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Sopravvenuto difetto di interesse: appello inammissibile
Una controversia immobiliare per violazione delle distanze legali giunge in Cassazione. Tuttavia, una decisione amministrativa che ordina la demolizione dell'immobile abusivo rende il ricorso inammissibile per sopravvenuto difetto di interesse della ricorrente, che ha già ottenuto tutela per altra via. La Corte, equiparando la dichiarazione di disinteresse a una rinuncia, compensa le spese processuali.
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Contratto preliminare P.A.: validità e conseguenze
Un privato cittadino firma un accordo con un Comune per la vendita di un terreno, che viene poi irreversibilmente trasformato. Successivamente, contesta la validità dell'accordo. La Corte di Cassazione conferma che si tratta di un valido contratto preliminare P.A. e rigetta le richieste del cittadino, evidenziando il suo consenso alla trasformazione e un errore procedurale nel suo appello, poiché non aveva contestato tutte le motivazioni della decisione di primo grado.
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Litisconsorzio necessario: quando non si applica?
La Corte di Cassazione ha stabilito che nell'azione volta a far dichiarare la nullità di un contratto non sussiste un'ipotesi di litisconsorzio necessario tra tutti i contraenti. La sentenza, di natura dichiarativa, può produrre i suoi effetti anche se pronunciata solo tra alcune delle parti originarie. Il caso riguardava un contratto preliminare nullo e la conseguente richiesta di restituzione della caparra. La Corte ha rigettato il ricorso del promittente venditore, che lamentava la mancata citazione in giudizio della moglie, co-stipulante del contratto.
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Domicilio digitale avvocato: notifica PEC e termini
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso presentato oltre il termine breve di 60 giorni, partito dalla notifica della sentenza d'appello via PEC. La Corte ha stabilito che il domicilio digitale dell'avvocato, corrispondente all'indirizzo PEC presente nei pubblici registri, è valido per ogni notificazione processuale e il suo utilizzo non può essere limitato dalla volontà del difensore. L'indicazione di usare la PEC solo per le comunicazioni di cancelleria è irrilevante ai fini della validità della notifica di controparte.
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Servitù per destinazione: requisiti e prova in giudizio
La Corte di Cassazione ha confermato la costituzione di una servitù per destinazione del padre di famiglia in una controversia tra fratelli sorta dopo la divisione di una proprietà originariamente unica. L'ordinanza chiarisce che per la costituzione di tale diritto è sufficiente l'esistenza di opere visibili e permanenti al momento della divisione, come una strada di cantiere, che manifestino in modo inequivocabile l'asservimento di un fondo all'altro. La Corte ha inoltre stabilito che il coniuge comproprietario del fondo dominante non è litisconsorte necessario nell'azione di accertamento della servitù (actio confessoria servitutis) promossa contro il proprietario esclusivo del fondo servente.
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Nullità citazione appello: termini perentori e sanatoria
La Corte di Cassazione chiarisce i limiti della sanatoria per la nullità della citazione in appello. Un atto di appello notificato in modo incompleto l'ultimo giorno utile non può essere sanato da una successiva notifica completa avvenuta dopo la scadenza del termine perentorio. La Corte distingue tra vizi della 'vocatio in ius' (sanabili retroattivamente) e vizi della 'editio actionis' (sanabili solo con effetto 'ex nunc'), affermando che questi ultimi, se sanati tardivamente, portano all'inammissibilità dell'impugnazione e al passaggio in giudicato della sentenza di primo grado.
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Risarcimento danno servitù: la guida completa
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 12695/2025, chiarisce un principio fondamentale in materia di diritti reali: l'impedimento all'esercizio di una servitù di passaggio costituisce di per sé un danno risarcibile. Il proprietario del fondo dominante non è tenuto a fornire una prova specifica del pregiudizio economico subito, poiché la lesione consiste nella perdita della possibilità di godimento del proprio diritto. Il giudice può liquidare il risarcimento danno servitù in via equitativa. La Corte ha inoltre annullato la sentenza d'appello per non aver deciso su una domanda di 'negatoria servitutis' presentata contestualmente.
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Estinzione del giudizio: la Cassazione decide
Una controversia immobiliare giunta in Cassazione si conclude con un'ordinanza di estinzione del giudizio. Le parti hanno raggiunto un accordo transattivo, rinunciando reciprocamente al ricorso principale e a quello incidentale. La Suprema Corte, prendendo atto della rinuncia, ha dichiarato estinto il processo, chiarendo che in questi casi non si applica il raddoppio del contributo unificato e le spese legali vengono compensate come da accordo tra le parti.
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Usucapione servitù di veduta: la prova decisiva
In un caso di violazione delle distanze legali, una parte ha invocato l'usucapione della servitù di veduta. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione di merito che negava l'usucapione per mancanza di una prova certa sulla data di inizio del possesso ventennale. L'ordinanza ribadisce che la valutazione delle testimonianze spetta esclusivamente al giudice di merito e non può essere oggetto di un nuovo esame in sede di legittimità.
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Servitù coattiva fondo non intercluso: i requisiti
Una società, Società Alfa, ha impugnato una decisione che concedeva una servitù coattiva di passaggio a una proprietà industriale vicina, Società Beta. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, stabilendo che la Corte d'Appello aveva errato nel concedere la servitù coattiva fondo non intercluso senza prima verificare il requisito fondamentale: l'impossibilità di ampliare l'accesso esistente, anche se inadeguato. La causa è stata rinviata per una nuova valutazione basata su questo principio.
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Donazione quota bene indiviso: effetti e divisione
Un fratello dona la sua quota di specifici beni immobili in comproprietà ai propri figli. Dopo la sua morte, sorge una controversia sulla divisione giudiziale con gli acquirenti della quota della sorella. La Corte di Cassazione chiarisce che la donazione quota bene indiviso, se riguarda beni specifici, ha solo effetti obbligatori e non reali. Nella comunione succedono gli eredi del donante, non i donatari in quanto tali. La Corte, rilevando la complessità della questione, ha emesso un'ordinanza interlocutoria per consentire alle parti di presentare osservazioni.
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Luci e vedute: la Cassazione chiarisce i criteri
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 12750/2025, ha chiarito la distinzione tra luci e vedute. Nel caso esaminato, due finestre sono state classificate come luci irregolari e non vedute, poiché non permettevano un comodo affaccio a una persona di statura ordinaria. La Corte ha stabilito che la possibilità di guardare sul fondo del vicino (prospectio) deve essere agevole. Se per affacciarsi è richiesta una statura eccezionale (nel caso specifico, superiore a 1,92 metri), l'apertura non può essere considerata una veduta e non gode della relativa tutela possessoria. La decisione conferma la sentenza d'appello, respingendo il ricorso dei proprietari delle finestre.
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Azione di rivendicazione: ricorso inammissibile
La Cassazione dichiara inammissibile un ricorso riguardante un'azione di rivendicazione. Il tentativo di ottenere un riesame delle prove testimoniali e la mancata trascrizione delle stesse violano i limiti del giudizio di legittimità. La Corte ribadisce che non può rivalutare il merito della causa.
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Doppia conforme: quando si applica dopo la Riforma?
In una disputa immobiliare su distanze tra costruzioni, la Corte di Cassazione conferma la condanna di un costruttore, rigettando il suo ricorso. La sentenza è cruciale perché chiarisce l'applicazione del principio di 'doppia conforme' dopo la Riforma Cartabia: il ricorso per questioni di fatto è inammissibile se due corti di merito hanno raggiunto la stessa decisione, anche con motivazioni non perfettamente identiche, purché basate sullo stesso nucleo fattuale. La Corte ribadisce inoltre che una ricostruzione con aumento di volumetria equivale a una nuova costruzione e deve rispettare le distanze vigenti.
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Donazione immobile abusivo: nullità e azione riduzione
In una causa di eredità, la Corte di Cassazione interviene su un caso complesso riguardante una donazione di immobile abusivo. La Corte chiarisce che la partecipazione di un erede a un preliminare di vendita non costituisce rinuncia automatica all'azione di riduzione. Inoltre, stabilisce che la nullità di una donazione per abuso edilizio potrebbe essere solo parziale se l'abuso riguarda solo una parte dei beni donati. La sentenza di merito è stata cassata con rinvio per una nuova valutazione sia sulla nullità della donazione che sulla tempestività di una domanda riconvenzionale erroneamente dichiarata inammissibile.
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Rinuncia al ricorso: estinzione e spese legali
L'ordinanza analizza il caso di eredi che, dopo aver perso in due gradi di giudizio una causa di usucapione contro un Comune per un terreno, presentano ricorso in Cassazione. Successivamente, effettuano una rinuncia al ricorso per mancanza di interesse. La Corte Suprema, prendendo atto della rinuncia, dichiara l'estinzione del giudizio e condanna i ricorrenti al pagamento delle spese legali a favore del Comune, sottolineando come la condanna segua la rinuncia anche in assenza di accettazione da parte della controparte.
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