Una società agricola agisce in giudizio per ottenere tutela nunciatoria contro opere idrauliche realizzate da un'agenzia pubblica, temendo un aumento del rischio di inondazione. La Corte d'Appello rigetta la domanda, basandosi sulla legittimità amministrativa delle opere e ignorando la consulenza tecnica (CTU) che confermava il pericolo. La Corte di Cassazione cassa la sentenza, affermando che il giudice, nelle azioni nunciatorie, deve valutare il pericolo effettivo per la proprietà, non la legittimità dell'atto amministrativo, e non può trascurare immotivatamente le conclusioni del perito da lui stesso nominato.
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