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Diritto Fallimentare

Liquidazione controllata: aperta per sovraindebitamento
Il Tribunale di Torino ha aperto la procedura di liquidazione controllata per un debitore in stato di sovraindebitamento con debiti per quasi 300.000 euro a fronte di un reddito mensile di 1.800 euro e beni di modesto valore. La sentenza stabilisce la somma mensile da lasciare al debitore per il mantenimento del suo nucleo familiare e nomina un Giudice Delegato e un Liquidatore per gestire il patrimonio.
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Sovraindebitamento: ok al piano senza colpa grave
Una coppia in stato di sovraindebitamento, causato da problemi di salute del figlio e dalla precedente attività imprenditoriale, ha ottenuto l'omologa del piano di ristrutturazione dei debiti. Il Tribunale di Venezia ha ritenuto il piano ammissibile e fattibile, escludendo la colpa grave dei debitori. Il piano prevede il pagamento integrale dei crediti prededucibili e del 25,33% dei crediti chirografari in sette anni.
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Pagamenti revocatoria fallimentare: la sentenza
Una sentenza del Tribunale di Roma affronta il tema dei pagamenti in revocatoria fallimentare, distinguendo tra pagamenti anteriori e successivi alla domanda di concordato preventivo. Il tribunale ha dichiarato inefficace un pagamento di 12.500 euro, effettuato durante la procedura di concordato, qualificandolo come atto di straordinaria amministrazione non autorizzato perché superiore al compenso pattuito e versato in anticipo. Al contrario, ha ritenuto legittimo un precedente pagamento di circa 4.800 euro, in quanto rientrante nelle esenzioni previste per le prestazioni professionali funzionali all'attività d'impresa.
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Pagamento debito scaduto: no alla revocatoria fallimentare
Un curatore fallimentare ha agito in giudizio contro un istituto di credito per ottenere la restituzione di pagamenti per oltre 3,7 milioni di euro, sostenendo che fossero rimborsi anticipati di un mutuo non ancora dovuto. La banca si è difesa affermando che i versamenti rientravano in un più ampio accordo transattivo per sanare una complessa esposizione debitoria. Il Tribunale ha respinto la domanda, accertando che al momento dei versamenti, la società (poi fallita) aveva debiti già esigibili per un importo superiore a quello pagato. Di conseguenza, l'operazione è stata qualificata come pagamento di un debito scaduto, che per legge non è soggetto ad azione revocatoria.
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Azione revocatoria: onere della prova del creditore
Il Tribunale di Roma ha rigettato un'azione revocatoria promossa dall'amministrazione straordinaria di una società contro un suo fornitore. La richiesta mirava a recuperare pagamenti per circa 78.000 euro effettuati nel 'periodo sospetto' prima della dichiarazione di insolvenza. La decisione si fonda sulla mancata dimostrazione, da parte dell'attore, della 'scientia decoctionis', ovvero della conoscenza effettiva dello stato di insolvenza da parte del creditore. Il giudice ha ritenuto che i ritardi nei pagamenti e gli accordi di rateizzazione rientrassero nella normale prassi commerciale e non costituissero prova sufficiente a fondare la domanda di revoca.
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Azione revocatoria: inefficace la vendita al parente
Un promissario acquirente di un immobile, dopo aver visto la società venditrice cedere lo stesso bene alla figlia del legale rappresentante, agisce in giudizio. Nel frattempo, la società fallisce. Il Tribunale rigetta la domanda del primo acquirente, il cui diritto era già stato negato con sentenza passata in giudicato. Accoglie, invece, la domanda riconvenzionale del curatore fallimentare, esercitando l'azione revocatoria e dichiarando inefficace la vendita al parente in quanto lesiva dei diritti dei creditori.
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Usucapione speciale: il decreto non è sentenza
Una sentenza chiarisce la natura del decreto di riconoscimento della proprietà per usucapione speciale. Il Tribunale ha stabilito che tale decreto crea solo una presunzione di proprietà, superabile in un giudizio ordinario. La curatela fallimentare dell'ex proprietario ha agito per rivendicare un fondo rustico, ma la domanda è stata respinta. È stato chiarito che atti come l'iscrizione di un'ipoteca non sono idonei a interrompere il possesso continuato, necessario per l'usucapione speciale.
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Sede legale fittizia: la competenza non si sposta
La Corte d'Appello ha respinto il reclamo dell'amministratore di una società in liquidazione giudiziale. La Corte ha stabilito che l'eccezione di incompetenza territoriale, basata su una sede legale fittizia, era tardiva e infondata. La competenza è stata confermata nel luogo del 'centro degli interessi principali' effettivo dell'azienda, e non presso la sede formale. È stato inoltre confermato il grave stato di insolvenza della società.
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Apertura liquidazione controllata del patrimonio
La sentenza affronta il tema del sovraindebitamento e dell'accesso alla procedura di liquidazione controllata del patrimonio. Il Tribunale, verificati i presupposti di legge, ha dichiarato aperta la procedura, nominando il liquidatore e stabilendo le modalità di pagamento dei creditori, garantendo al debitore il minimo vitale.
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Conferma misure protettive ex art. 18 CCII
La sentenza analizza i presupposti per la concessione e la conferma delle misure protettive a favore delle imprese in crisi, evidenziando la necessità di bilanciare l'interesse del debitore al risanamento con quello dei creditori a non subire pregiudizi. Il Tribunale sottolinea l'importanza della valutazione caso per caso, tenendo conto del piano di risanamento, delle trattative in corso e della posizione dei creditori.
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Rigetto reclami contro omologa concordato semplificato
La sentenza affronta il tema del concordato semplificato e della falcidia dei crediti prededucibili. La Corte ha stabilito che il rispetto dell'ordine delle cause di prelazione è irrinunciabile, ma la soddisfazione non integrale dei crediti privilegiati è ammissibile in caso di incapienza dei beni su cui insiste la causa di prelazione.
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Apertura Liquidazione Controllata e Nomina Organi
La sentenza riguarda l'apertura di una procedura di liquidazione controllata per un debitore sovraindebitato. Il Tribunale, verificati i presupposti di legge, nomina il Giudice Delegato e il Liquidatore, definendo le modalità di pagamento, i beni esclusi dalla procedura e i termini per la presentazione delle domande di ammissione al passivo.
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Crediti ceduti in factoring e competenza Tribunale fallimentare
Il Tribunale, evidenziando la necessità del litisconsorzio necessario del cedente fallito in una controversia tra ceduto e cessionario, revoca il decreto ingiuntivo e dichiara la competenza del Tribunale fallimentare. Si ribadisce che le azioni che incidono sul patrimonio del fallito, compresi gli accertamenti che costituiscono premessa di una pretesa nei confronti della massa, ricadono sotto la giurisdizione del Tribunale fallimentare.
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Sovraindebitamento, omologa piano di ristrutturazione del debito
La sentenza affronta la questione della ristrutturazione del debito di un consumatore, analizzando i requisiti di ammissibilità e la fattibilità del piano proposto. Il Tribunale valuta le condizioni di sovraindebitamento, l'assenza di colpa grave e le possibili alternative liquidatorie. Vengono inoltre esaminate le opposizioni dei creditori, in particolare in merito alla convenienza del piano rispetto alla liquidazione controllata.
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Apertura Liquidazione Controllata – Debitore Sovraindebitato
La sentenza riguarda l'apertura della procedura di liquidazione controllata per un debitore sovraindebitato. Il Tribunale, verificati i presupposti di legge, nomina il liquidatore, determina la somma da destinare al mantenimento del debitore e disciplina le modalità di pagamento dei creditori.
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Apertura Liquidazione Controllata ex art. 268 CCII
Il Tribunale, verificati i presupposti di legge, dichiara aperta la liquidazione controllata del patrimonio di un debitore sovraindebitato. La sentenza determina la somma da destinare al mantenimento del debitore e disciplina le modalità di gestione della procedura, individuando il liquidatore e stabilendo i termini per la presentazione delle domande dei creditori.
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Accordi ristrutturazione dei debiti, cram down fiscale previdenziale
La sentenza affronta il tema dell'omologazione degli accordi di ristrutturazione dei debiti di un'impresa in crisi, con particolare attenzione all'applicazione del cram down fiscale e previdenziale in caso di mancata adesione da parte degli enti creditori. Il Tribunale, verificata la sussistenza dei presupposti di legge, ha omologato gli accordi, ritenendoli convenienti anche per i creditori non aderenti rispetto all'alternativa liquidatoria.
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Liquidazione Controllata del Patrimonio di una Coppia di Coniugi
La sentenza affronta la fattispecie dell'apertura della liquidazione controllata del patrimonio di una coppia di coniugi, evidenziando i presupposti di legge per l'accesso a tale procedura e le modalità di gestione e liquidazione dei beni. Viene ribadito il principio di separazione patrimoniale tra i coniugi e l'impossibilità di costituire una cassa comune. Inoltre, si sottolinea l'inapplicabilità della sospensione dell'esecuzione immobiliare in questa procedura, con riferimento alle normative vigenti. Infine, si definiscono i ruoli e le responsabilità del Giudice Delegato, del Liquidatore e dell'OCC.
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Apertura della liquidazione controllata su istanza di creditore
Il caso analizza la legittimazione attiva del creditore nella proposizione della domanda di apertura della liquidazione giudiziale o controllata, la differenza tra le due procedure concorsuali, i requisiti per l'apertura della liquidazione controllata e la nomina degli organi della procedura. Viene, inoltre, analizzata la differenza tra litisconsorzio necessario e facoltativo e l'ipotesi di giudicato riflesso.
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Apertura della liquidazione controllata del patrimonio del debitore
La sentenza riguarda l'apertura della liquidazione controllata del patrimonio di un debitore, procedura prevista per chi si trova in stato di sovraindebitamento. Il Tribunale, verificati i presupposti di legge, ha nominato un liquidatore, stabilito la somma che il debitore può trattenere per il proprio sostentamento e le modalità di pagamento dei creditori.
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