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Diritto Commerciale

Onere della prova: cessione d’azienda e debiti
Un professionista ha ceduto la sua attività di scommesse ma è stato ritenuto responsabile dei debiti maturati dopo la data di cessione, poiché il nuovo proprietario non aveva ancora ottenuto la licenza per operare. La Corte di Cassazione ha confermato la condanna, sottolineando il ruolo cruciale dell'onere della prova: spettava al cedente, ancora titolare formale della licenza, dimostrare di non aver proseguito l'attività in quel periodo. La mancata contestazione specifica dei documenti contabili ha ulteriormente rafforzato la posizione della controparte.
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Data Certa: Prova del Credito nel Fallimento
Una società creditrice ha richiesto l'ammissione al passivo di un fallimento per un credito derivante da un accordo commerciale. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la decisione del tribunale. La motivazione principale è la mancanza di una prova della 'data certa' dell'accordo anteriore alla dichiarazione di fallimento. La Corte ha ribadito che, nei confronti della massa dei creditori, la prova non può basarsi su elementi provenienti dalla sola parte creditrice (come fatture o registri contabili non vidimati), ma richiede fatti oggettivi e incontestabili.
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Presunzione di colpa: onere della prova del rivenditore
La Corte di Cassazione ha confermato una sanzione a un commerciante di prodotti ittici per la vendita di molluschi sottomisura. La Corte ha stabilito che vige una presunzione di colpa a carico del rivenditore, il quale, per essere esente da responsabilità, deve dimostrare attivamente di aver adottato tutte le misure di controllo possibili per evitare l'illecito, non essendo sufficiente invocare l'impossibilità di ispezionare la merce sigillata.
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Commercializzazione di azioni e debiti: la Cassazione
La Corte di Cassazione ha stabilito che l'obbligo di una banca di riacquistare azioni proprie, derivante da un precedente accordo con una compagnia assicurativa, non si trasferisce alla banca cessionaria in caso di crisi. Tale debito rientra nelle passività escluse dalla cessione, in quanto connesso alla commercializzazione di azioni e ai rapporti con gli azionisti. La domanda della compagnia assicurativa contro la banca cessionaria è stata quindi respinta, confermando che tali obbligazioni restano in capo alla procedura di liquidazione della banca originaria.
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Onere di allegazione brevetto: la Cassazione chiarisce
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di appello in materia di brevetti. Il caso riguardava la presunta nullità di due brevetti per mancanza di altezza inventiva. La Corte d'Appello aveva respinto il ricorso del titolare del brevetto, imponendogli un onere di allegazione brevetto non previsto dalla legge, ovvero quello di indicare specificamente nel testo i passaggi che descrivevano il problema tecnico e la soluzione. La Cassazione ha stabilito che il giudice ha il dovere di interpretare autonomamente il brevetto, avvalendosi di tutta la documentazione, per identificare il problema tecnico, senza che sul titolare gravi un tale onere specifico. L'onere di provare la nullità spetta a chi la eccepisce, in virtù della presunzione di validità del titolo.
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Compensazione crediti: esclusi gli enti economici
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 18600/2025, ha stabilito che la compensazione crediti fiscali non è applicabile ai crediti vantati verso gli 'enti pubblici economici'. Un'impresa che aveva maturato un ingente credito nei confronti di una società d'ambito per la gestione dei rifiuti, si è vista negare la possibilità di utilizzare tale credito per saldare i propri debiti con l'erario. La Corte ha chiarito che, nonostante la natura pubblica del servizio svolto, la forma societaria e l'operatività secondo criteri economici escludono l'ente debitore dalla nozione di 'pubblica amministrazione', requisito indispensabile per accedere al meccanismo di compensazione.
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Giurisdizione vendita internazionale: decide il luogo
Un fornitore italiano ha citato in giudizio un acquirente canadese in Italia per un mancato pagamento. La Corte di Cassazione ha confermato la mancanza di giurisdizione del giudice italiano, stabilendo che nel caso di giurisdizione vendita internazionale, il criterio determinante è il luogo di consegna materiale dei beni (in questo caso, il Canada) e non il luogo dove doveva avvenire il pagamento. La decisione si fonda sull'applicazione del Regolamento UE n. 1215/2012, esteso anche a convenuti non domiciliati nell'UE.
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Termine sanzioni Consob: quando inizia a decorrere?
Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha annullato una decisione di merito che aveva cancellato una sanzione emessa da un'autorità di vigilanza finanziaria. Il caso verteva sul momento esatto in cui inizia a decorrere il termine per contestare le violazioni. La Suprema Corte ha stabilito che il 'termine sanzioni Consob' non parte dalla semplice ricezione di documenti o dalla mera conoscenza di un fatto (costatazione), ma dal momento in cui l'autorità ha completato tutte le necessarie indagini e valutazioni per verificare l'illecito in tutti i suoi elementi (accertamento).
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Fine di lucro e diritto d’autore: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un'azienda di moda sanzionata per aver diffuso musica nei propri negozi senza aver pagato i diritti ai produttori discografici. La Corte ha stabilito che il fine di lucro non richiede un guadagno diretto, ma sussiste anche quando la musica è usata per ottimizzare i profitti, creando un ambiente più piacevole per i clienti. È stata inoltre respinta la tesi della buona fede, poiché l'imprenditore ha l'obbligo di informarsi su tutte le normative vigenti.
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Termine di contestazione: la Cassazione sul dies a quo
La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza che aveva cancellato una sanzione a un dirigente bancario. Il caso verteva sul corretto calcolo del termine di contestazione per l'Autorità di Vigilanza. La Corte ha stabilito che il termine non decorre dalla mera conoscenza di un fatto, ma dal completamento dell'istruttoria necessaria a valutare la violazione in tutti i suoi elementi, un processo complesso che non può essere sindacato nel merito dal giudice.
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Polizze unit linked: la qualificazione del contratto
La Corte di Cassazione ha stabilito che per le polizze unit linked non è sufficiente la qualificazione formale data dalle parti per determinarne la natura giuridica. Un giudice deve analizzare in modo approfondito il contratto per stabilire se si tratti di un prodotto assicurativo o di un investimento finanziario. Questa distinzione è fondamentale per individuare il corretto termine di prescrizione. Nel caso specifico, la Corte d'Appello aveva erroneamente applicato la prescrizione breve basandosi su una qualificazione sommaria, e la sua decisione è stata annullata con rinvio per una nuova e più accurata valutazione.
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Azione revocatoria: credito litigioso è sufficiente
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso contro una sentenza che aveva dichiarato l'inefficacia di un atto di disposizione patrimoniale tramite azione revocatoria. Il caso verteva su un trasferimento di quote societarie da un padre a una figlia. I ricorrenti sostenevano la mancanza di un credito certo a fondamento dell'azione. La Corte ha ribadito un principio consolidato: per l'azione revocatoria è sufficiente un credito anche solo potenziale o litigioso, purché non palesemente pretestuoso. La decisione sottolinea che l'incertezza del credito non osta alla tutela del creditore.
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Onere della prova pagamento: la Cassazione chiarisce
Una società subappaltatrice cita in giudizio la committente per il mancato pagamento di fatture. La committente si difende sostenendo di aver già pagato, senza però fornire alcuna prova. I giudici di primo e secondo grado danno torto alla creditrice, applicando erroneamente il principio di non contestazione. La Corte di Cassazione, con questa ordinanza, cassa la sentenza, ribadendo un principio fondamentale: l'onere della prova del pagamento spetta sempre al debitore. Il creditore deve solo allegare l'inadempimento, non provare di non aver ricevuto il pagamento.
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Interpretazione contratto: i limiti del ricorso
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di una società contro la condanna al risarcimento per recesso anticipato da un contratto di consulenza a tempo determinato. La sentenza ribadisce che, in tema di interpretazione contratto, non è sufficiente proporre in Cassazione una lettura alternativa a quella del giudice di merito. È necessario dimostrare una specifica violazione delle norme di ermeneutica contrattuale, cosa che nel caso di specie non è avvenuta, confermando così la decisione della Corte d'Appello.
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Clausola di proroga giurisdizione: la Corte decide
In un caso riguardante un contratto di agenzia internazionale tra agenti italiani e una società tedesca, la Corte di Cassazione ha affrontato la validità di una clausola di proroga della giurisdizione. Nonostante la legge italiana preveda un foro inderogabile a tutela dell'agente, la Corte ha stabilito che il Regolamento dell'Unione Europea prevale, confermando la validità dell'accordo che designava il giudice tedesco come competente, in linea con la volontà espressa dalle parti nel contratto.
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Riconoscimento del debito: Cassazione annulla sentenza
In una disputa tra due società energetiche per fatture insolute, la Corte di Cassazione ha annullato la decisione di secondo grado. Il fulcro della sentenza è il valore probatorio del riconoscimento del debito: la Corte d'Appello aveva erroneamente ignorato un'ammissione fatta dalla società debitrice in un atto processuale, considerandola un fatto non decisivo. La Cassazione ha invece stabilito che tale ammissione è una prova cruciale che non può essere trascurata, rinviando il caso per un nuovo esame.
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Proroga termine lodo: la Cassazione decide
La Cassazione ha stabilito che la proroga termine lodo automatica, prevista dall'art. 820 c.p.c. in caso di CTU, si applica anche nell'arbitrato amministrato, a meno che il regolamento arbitrale non la escluda espressamente. Il silenzio del regolamento non equivale a una deroga alla norma di legge, confermando la validità di un lodo depositato oltre il termine originario ma entro quello prorogato.
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Subappalto pubblico: la forma scritta è essenziale
Una società di servizi informatici ha citato in giudizio la sua subappaltatrice per inadempimento contrattuale, sostenendo la mancata fornitura di banche dati nell'ambito di un progetto pubblico. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo un principio fondamentale: poiché il contratto principale era un appalto pubblico che richiedeva la forma scritta per la sua validità, tale requisito si estende anche al contratto derivato. Di conseguenza, qualsiasi presunto accordo verbale relativo al subappalto è nullo e non può essere provato in giudizio, rendendo la richiesta infondata. La decisione sottolinea l'importanza della forma scritta del subappalto nei contratti collegati ad appalti pubblici.
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Onere della prova e risarcimento: la Cassazione decide
Un professionista ha citato in giudizio una società per inadempimento di un contratto di esclusiva. La Corte d'Appello, pur riconoscendo la violazione, ha negato il risarcimento per mancanza di prove sul quantum. La Cassazione ha annullato la decisione, affermando che il giudice di merito ha errato nel non motivare il rigetto della richiesta di esibizione dei documenti contabili della società, strumento fondamentale per determinare l'ammontare del danno. La sentenza ribadisce i principi sull'onere della prova e sui poteri istruttori del giudice.
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Termini d’uso: pagamenti salvi dalla revocatoria
Una società in amministrazione straordinaria ha richiesto la revoca dei pagamenti dei canoni di locazione effettuati a favore del locatore prima della dichiarazione di insolvenza. Il Tribunale ha respinto la domanda, stabilendo che i pagamenti, sebbene avvenuti con un leggero e costante ritardo rispetto alle scadenze contrattuali, rientravano nei 'termini d'uso' consolidatisi tra le parti. Questa prassi commerciale prevale sul contratto, rendendo i pagamenti non soggetti a revocatoria fallimentare.
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