LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Diritto Commerciale

Valore probatorio DDT: la Cassazione fa chiarezza
Un fornitore ha contestato la consegna di merci, disconoscendo i Documenti di Trasporto (DDT) prodotti dalla controparte perché non firmati e in copia. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che il valore probatorio dei DDT, seppur privi di piena efficacia, può costituire un valido indizio. Insieme ad altri elementi, come il ritardo nella contestazione della fattura, può fondare un ragionamento presuntivo del giudice e provare l'avvenuta consegna.
Continua »
Inadempimento locazione commerciale: quando è grave?
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 23658/2025, si è pronunciata sul tema dell'inadempimento locazione commerciale. Un conduttore di un locale adibito a bar, dopo aver accumulato una morosità, ha saldato il debito solo dopo la notifica dell'atto di sfratto. La Suprema Corte ha stabilito che, a differenza delle locazioni abitative, il pagamento tardivo non sana l'inadempimento ma deve essere considerato dal giudice per valutare la gravità della violazione. In questo caso, il ritardo non è stato ritenuto sufficientemente grave da giustificare la risoluzione del contratto, anche in considerazione del contesto pandemico e del comportamento complessivo del conduttore.
Continua »
Provvigioni stornate: onere della prova per l’agenzia
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di una società di assicurazioni che richiedeva la restituzione di provvigioni stornate a un ex subagente. La Corte ha stabilito che, sebbene il diritto alla restituzione possa derivare dalla legge, spetta alla società preponente l'onere di provare in giudizio i fatti costitutivi della sua pretesa, come l'effettivo recesso dei clienti. La semplice presentazione di una copia di un documento, disconosciuta dalla controparte, non è sufficiente a tal fine.
Continua »
Riduzione penale: quando il ricorso è inammissibile
Una società affittuaria di un ramo d'azienda ha impugnato in Cassazione la decisione della Corte d'Appello che aveva concesso solo una parziale riduzione della penale contrattuale per inadempimento. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo che non può riesaminare nel merito le valutazioni fattuali dei giudici precedenti sulla congruità della riduzione penale. La decisione sottolinea che il ricorso in Cassazione deve basarsi su vizi di legittimità e non su un disaccordo riguardo l'equità della valutazione compiuta.
Continua »
Affitto di ramo d’azienda: i criteri di distinzione
Una controversia sulla qualificazione di un contratto, se locazione o affitto di ramo d'azienda. La Cassazione annulla la sentenza d'appello che non ha seguito i principi di diritto da essa enunciati, sottolineando l'importanza della preesistenza di un complesso aziendale organizzato e la rilevanza di un giudicato esterno formatosi nel frattempo, che ha qualificato il rapporto come affitto di ramo d'azienda.
Continua »
Cessione del credito PA: quando è valida verso i Comuni?
Una società, acquirente di un credito derivante da un contratto di appalto pubblico, ha agito contro un Comune per ottenerne il pagamento. La Corte di Cassazione ha confermato la validità della cessione del credito PA, stabilendo che le rigide formalità previste per le cessioni verso lo Stato non si estendono agli enti locali come i Comuni. La Corte ha inoltre respinto la richiesta della società di ottenere interessi di mora superiori a quelli legali, chiarendo che la concessione di questi ultimi implica un rigetto implicito della domanda maggiore.
Continua »
Affidamento incolpevole: circolare non modifica contratto
Un consorzio ha ricevuto un finanziamento pubblico per un progetto. Il contratto richiedeva che i costi fossero pagati entro una data specifica. Il consorzio ha pagato alcune fatture dopo la scadenza, basandosi su una circolare ministeriale. La Corte di Cassazione ha respinto la tesi dell'affidamento incolpevole del consorzio, stabilendo che una circolare interna non può alterare i termini espliciti di un contratto, confermando così l'obbligo di restituzione dei fondi.
Continua »
Inammissibilità ricorso per motivi di fatto in Cassazione
Una società fornitrice di apparecchi da gioco ha presentato ricorso in Cassazione contro la risoluzione di un contratto decisa dalla Corte d'Appello. La Cassazione ha dichiarato l'inammissibilità del ricorso, sottolineando che i motivi presentati miravano a una rivalutazione dei fatti, compito precluso al giudice di legittimità. La Corte ha inoltre evidenziato che l'appellante non aveva contestato tutte le autonome ragioni della decisione impugnata, rendendo il ricorso inaccoglibile.
Continua »
Notifica visura camerale: è valida? La Cassazione
Una società di costruzioni ha contestato una condanna al pagamento, sostenendo l'invalidità della notifica iniziale basata sull'indirizzo del legale rappresentante risultante dalla visura camerale. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che la notifica visura camerale è valida quando supportata da elementi di fatto, come la presenza di una cassetta postale intestata. La Corte ha inoltre ribadito l'inammissibilità dei ricorsi che mescolano indistintamente più vizi processuali.
Continua »
Gestione Separata: obbligo per amministratori di società
La Corte di Cassazione ha stabilito che l'attività di amministratore di società di capitali comporta l'obbligo di iscrizione alla Gestione Separata INPS, a prescindere da una precedente cancellazione volontaria. La Corte ha respinto il ricorso di un amministratore che chiedeva il rimborso dei contributi versati, affermando che è la natura oggettiva dell'attività svolta a determinare l'obbligo contributivo, qualificandola come rapporto di collaborazione coordinata e continuativa.
Continua »
Competenza territoriale: quando il credito è liquido?
Una società facente parte di un Raggruppamento Temporaneo di Imprese (RTI) ha richiesto e ottenuto un decreto ingiuntivo nei confronti del consorzio capogruppo per il mancato pagamento di una fattura. Il consorzio si è opposto eccependo l'incompetenza territoriale del tribunale adito, sostenendo che il credito non fosse liquido. La Corte di Cassazione, ribaltando la decisione di merito, ha chiarito che ai fini della determinazione della competenza territoriale, un credito è considerato liquido quando il suo ammontare è determinato o facilmente determinabile in base al titolo, a prescindere dalle contestazioni del debitore. Di conseguenza, ha dichiarato la competenza del tribunale del domicilio della società creditrice.
Continua »
Responsabilità solidale appalti: le società in house
La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n. 23450/2025, ha stabilito che una società in house, interamente partecipata da enti pubblici, è soggetta alla responsabilità solidale appalti per i crediti dei lavoratori dell'appaltatore. La Corte ha chiarito che tali società, pur essendo soggette al Codice degli appalti, mantengono la loro natura di soggetto di diritto privato e non possono beneficiare dell'esclusione prevista per le Pubbliche Amministrazioni.
Continua »
Compenso arbitri: quando la liquidazione è vincolante?
Una società ha citato in giudizio un collegio arbitrale per recuperare onorari ritenuti eccessivi. La Corte di Cassazione ha confermato che l'autoliquidazione del compenso arbitri è una mera proposta contrattuale. Se non viene accettata da tutte le parti coinvolte nell'arbitrato, non è vincolante, e il giudice può determinare l'importo corretto, ordinando la restituzione delle somme pagate in eccesso. La Corte ha inoltre chiarito che tra gli arbitri non sussiste un litisconsorzio necessario in merito ai loro onorari.
Continua »
Reddito da capitale: no contributi per socio S.r.l.
La Corte di Cassazione ha stabilito che i redditi percepiti da un socio di una società a responsabilità limitata (S.r.l.), che non svolge alcuna attività lavorativa all'interno della stessa, non devono essere inclusi nella base imponibile per il calcolo dei contributi previdenziali. Questi proventi, qualificati come reddito da capitale e non come reddito d'impresa, sono pertanto esenti dall'obbligo contributivo verso le gestioni artigiani e commercianti. La Corte ha rigettato il ricorso dell'ente previdenziale, confermando un orientamento ormai consolidato.
Continua »
Reddito da capitale: no contributi per soci di S.r.l.
La Corte di Cassazione ha stabilito che l'utile percepito da un socio di una S.r.l. che non svolge alcuna attività lavorativa nella società costituisce reddito da capitale e non reddito d'impresa. Di conseguenza, tale reddito è escluso dalla base imponibile per il calcolo dei contributi previdenziali dovuti alla Gestione artigiani e commercianti. L'ordinanza conferma un orientamento consolidato, respingendo il ricorso dell'ente previdenziale che mirava a un'interpretazione più ampia della base contributiva.
Continua »
Prova documentale: il principio di non dispersione
Una società di autotrasporti ha agito in giudizio per il pagamento di un servizio. La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza di merito per non aver correttamente applicato il principio di non dispersione della prova documentale. Secondo la Corte, il giudice d'appello deve tenere conto dei documenti prodotti in primo grado, anche se non ridepositati, se il loro contenuto è desumibile da altri atti del processo, accogliendo così il ricorso incidentale e rinviando la causa al Tribunale.
Continua »
Violazione diritto marchio: la responsabilità oggettiva
La Corte d'Appello di Roma ha confermato una sentenza di condanna per violazione diritto marchio e concorrenza sleale nei confronti di una società e del suo amministratore, responsabili della vendita online di prodotti contraffatti. La decisione ribadisce che la responsabilità per la violazione è oggettiva e non richiede la prova della malafede del venditore. Inoltre, l'amministratore è stato ritenuto personalmente responsabile in quanto titolare dei domini web utilizzati per la vendita. Il risarcimento è stato confermato sulla base di una presunzione legata all'ingente volume di merce sequestrata, stante la mancata produzione di documentazione contabile da parte degli appellanti.
Continua »
Obbligo contributivo coadiutrice: la Cassazione decide
La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imprenditore contro una richiesta di pagamento dell'INPS. La controversia riguardava l'obbligo contributivo per la moglie, amministratrice della società di famiglia, considerata anche coadiutrice familiare. La Corte ha confermato che, al di là del ruolo formale, l'effettiva partecipazione abituale e prevalente all'attività commerciale giustifica il doppio obbligo contributivo coadiutrice e la conseguente iscrizione alla Gestione Commercianti, valorizzando le prove raccolte in sede ispettiva.
Continua »
Bilancio s.a.s.: immobile socio e valore normale
Un socio impugnava il bilancio s.a.s. perché non includeva come ricavo il valore normale di un immobile societario utilizzato da un altro socio. La Corte d'Appello ha respinto il ricorso, stabilendo che, poiché l'immobile era occupato senza titolo e la società aveva avviato un'azione legale per riottenerlo, non si trattava di un'assegnazione al socio che giustificasse l'applicazione del criterio del valore normale, ma di un'occupazione illegittima.
Continua »
Fermo amministrativo: legittimo con fumus boni iuris
La Corte d'Appello di Roma ha confermato la legittimità di un fermo amministrativo emesso da un Ministero nei confronti degli eredi di un imprenditore. Al centro della controversia, un presunto credito milionario vantato dall'Amministrazione per pagamenti in eccesso relativi a concessioni di lavori pubblici. La sentenza stabilisce che per l'adozione del fermo amministrativo non è necessario un credito certo e definitivo, ma è sufficiente la presenza di un 'fumus boni iuris', ovvero una ragionevole apparenza della fondatezza della pretesa, anche se il credito è ancora oggetto di contestazione in un separato giudizio.
Continua »