Una società concessionaria di auto ha citato in giudizio la casa automobilistica per non aver impedito vendite parallele da parte di rivenditori non autorizzati e per abuso di dipendenza economica. Dopo che i tribunali di merito avevano respinto le sue richieste, la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza d'appello. La Suprema Corte ha rilevato che il giudice di secondo grado aveva commesso un errore di 'omessa pronuncia', non valutando le specifiche doglianze relative alla violazione di una clausola contrattuale e all'abuso di dipendenza economica, concentrandosi erroneamente solo sulla questione, non sollevata, di un'inesistente esclusiva territoriale. Il caso è stato rinviato alla Corte d'Appello per un nuovo esame.
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