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Difensore d’ufficio genitore insolvente: paga lo Stato?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza interlocutoria n. 18383/2024, ha sollevato una questione di legittimità costituzionale riguardo al mancato pagamento da parte dello Stato dei compensi al difensore d’ufficio di un genitore insolvente in un procedimento di adottabilità. La Corte ravvisa una irragionevole disparità di trattamento rispetto al difensore dell’imputato insolvente nel processo penale e a quello del genitore irreperibile, per il quale la Corte Costituzionale ha già stabilito il diritto al compenso a carico dell’Erario. Il caso è stato quindi rimesso alla Consulta per una decisione.

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Difensore d’ufficio genitore insolvente: chi paga il compenso?

Il tema del compenso per il difensore d’ufficio genitore insolvente è al centro di una recente e importante ordinanza della Corte di Cassazione, la n. 18383 del 5 luglio 2024. Questa decisione solleva un cruciale dubbio di legittimità costituzionale, rimettendo alla Corte Costituzionale la questione se lo Stato debba farsi carico delle spese legali quando il genitore assistito, pur essendo reperibile, non ha i mezzi per pagare. Una questione che tocca da vicino i principi di uguaglianza e il diritto a una difesa effettiva.

Il Caso: Un Legale d’Ufficio senza Compenso

La vicenda nasce dalla richiesta di un avvocato, nominato difensore d’ufficio della madre di un minore in un procedimento per la dichiarazione di adottabilità. Dopo aver svolto la propria attività professionale e aver tentato senza successo di recuperare il proprio credito dalla cliente, risultata insolvente, il legale ha chiesto al Tribunale per i Minorenni la liquidazione del compenso a carico dello Stato (Erario).

La richiesta è stata respinta, poiché la normativa attuale non prevede espressamente questa possibilità. Il Tribunale ha sostenuto che la situazione del genitore insolvente ma reperibile è diversa da quella del genitore irreperibile, per cui la Corte Costituzionale (con la sentenza n. 135/2019) aveva già stabilito il diritto del difensore a essere pagato dallo Stato.

Il Dubbio di Costituzionalità: la Disparità di Trattamento

La Corte di Cassazione, investita della questione, ha ritenuto che la distinzione operata dal Tribunale crei una irragionevole disparità di trattamento. L’ordinanza evidenzia come la situazione del difensore d’ufficio genitore insolvente sia del tutto analoga a quella del difensore di un genitore irreperibile. In entrambi i casi, l’avvocato si trova nell’impossibilità di ottenere il proprio compenso per motivi che non dipendono dalla sua volontà.

La Corte sottolinea un’ulteriore analogia con il processo penale, dove è pacifico che il difensore d’ufficio di un imputato insolvente abbia diritto a rivalersi sull’Erario. Perché, dunque, dovrebbe esistere una regola diversa per procedimenti, come quelli di adottabilità, che toccano diritti fondamentali della persona e della famiglia, spesso ancora più delicati di quelli penali?

Differenza tra Difesa d’Ufficio e Patrocinio a Spese dello Stato

Un punto chiave dell’ordinanza è la netta distinzione tra l’istituto della difesa d’ufficio e quello del patrocinio a spese dello Stato.

* La difesa d’ufficio è obbligatoria per legge in certi procedimenti per garantire che nessuno sia privo di assistenza legale tecnica.
* Il patrocinio a spese dello Stato è un beneficio per i non abbienti, volto a garantire a tutti il diritto di agire e difendersi in giudizio.

I due istituti non sono sovrapponibili. L’idea che il difensore d’ufficio, per tutelare il proprio credito, debba farsi rilasciare un mandato di fiducia per poi attivare la procedura di ammissione al patrocinio a spese dello Stato per il cliente, vanificherebbe la ratio stessa della difesa d’ufficio, creata proprio per assicurare una tutela immediata ed effettiva.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha ritenuto la questione di legittimità costituzionale dell’art. 143 del D.P.R. 115/2002 (Testo Unico Spese di Giustizia) non manifestamente infondata. La norma, nella parte in cui non prevede che gli onorari del difensore d’ufficio del genitore insolvente siano anticipati dall’Erario, violerebbe l’art. 3 della Costituzione per disparità di trattamento.

Il Collegio evidenzia che il difensore si trova in un cortocircuito logico: il suo diritto al compenso, maturato per aver svolto una funzione garantita dalla legge, viene di fatto negato. La tutela dei diritti fondamentali del minore e dei genitori in questi procedimenti richiede una difesa obbligatoria ed effettiva, che non può essere subordinata alla solvibilità dell’assistito.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha sospeso il giudizio e ha trasmesso gli atti alla Corte Costituzionale. Sarà ora la Consulta a dover decidere se estendere anche al caso del difensore d’ufficio genitore insolvente il principio già affermato per il genitore irreperibile. Una decisione che potrebbe finalmente colmare una lacuna normativa e garantire una piena ed equa tutela sia per i professionisti che per i soggetti deboli coinvolti nei delicati procedimenti di diritto di famiglia.

Perché la Corte di Cassazione ha rimesso la questione alla Corte Costituzionale?
Perché ha ravvisato una possibile violazione del principio di uguaglianza (art. 3 della Costituzione). La Corte ritiene irragionevole che il difensore d’ufficio di un genitore insolvente non abbia diritto al compenso dallo Stato, a differenza di quanto accade nel processo penale per l’imputato insolvente o nel processo minorile per il genitore irreperibile.

Qual è la differenza fondamentale tra l’ipotesi del genitore irreperibile e quella del genitore insolvente?
Dal punto di vista del difensore, secondo la Cassazione, non c’è una differenza sostanziale. In entrambi i casi, l’avvocato, dopo aver svolto il proprio mandato, non può recuperare il proprio compenso dal cliente per cause a lui non imputabili. La conseguenza pratica è la medesima: la prestazione professionale resta non retribuita.

Perché il difensore non può semplicemente far richiedere al cliente l’ammissione al patrocinio a spese dello Stato?
Perché la difesa d’ufficio e il patrocinio a spese dello Stato sono due istituti distinti con finalità diverse. La difesa d’ufficio è imposta dalla legge per garantire la difesa tecnica in procedimenti obbligatori. Costringere il difensore a trasformare il suo mandato in uno di fiducia per attivare il gratuito patrocinio snaturerebbe la funzione della difesa d’ufficio, creata proprio per superare l’inerzia o l’incapacità della parte.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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