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Copertura finanziaria: contratto nullo senza impegno

Un contratto tra un professionista e un Comune per la progettazione di un’opera è stato dichiarato nullo a causa della mancata indicazione della copertura finanziaria nella delibera di incarico. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione, specificando che la previsione di un finanziamento esterno non esonera l’ente pubblico dal registrare formalmente nel proprio bilancio l’impegno di spesa per la sua quota. La mancanza di questa formale copertura finanziaria rende l’atto nullo e il ricorso del professionista inammissibile.

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Pubblicato il 14 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Contratto con la P.A.: senza copertura finanziaria l’ente non paga

Quando un professionista accetta un incarico da un ente pubblico, la prima verifica da fare è sulla delibera di affidamento. Un recente provvedimento della Corte di Cassazione ci ricorda una regola fondamentale: senza una corretta copertura finanziaria, il contratto è nullo e il professionista rischia di non essere pagato. L’ordinanza in esame chiarisce che neppure la prospettiva di un finanziamento esterno da parte di un altro ente, come una Regione, può sanare questo vizio.

I fatti di causa: un incarico professionale senza fondi certi

Il caso riguarda un professionista incaricato da un Comune per la progettazione di un’opera pubblica complessa. La delibera della Giunta municipale che affidava l’incarico prevedeva che la spesa sarebbe stata coperta quasi interamente (per il 95%) da un finanziamento regionale, mentre il Comune si sarebbe fatto carico solo del restante 5%. Tuttavia, il finanziamento regionale non è mai stato effettivamente erogato al Comune. Di conseguenza, il professionista, dopo aver svolto il suo lavoro, si è visto negare il pagamento del compenso e ha dovuto agire in giudizio.

Sia in primo grado che in appello, le corti hanno dato ragione al Comune, dichiarando la nullità della delibera e, di conseguenza, del contratto d’opera professionale. La ragione? La mancanza di una valida copertura finanziaria.

L’importanza della copertura finanziaria nei contratti pubblici

La normativa sulla contabilità pubblica (in particolare il R.D. n. 383/1934, applicabile all’epoca dei fatti) impone regole molto rigide. Qualsiasi delibera che comporti una spesa per l’ente deve indicare con precisione l’ammontare presunto dell’impegno, l’esercizio finanziario di riferimento e il capitolo di bilancio su cui graverà la spesa. Questo requisito non ammette deroghe.

Non sono sufficienti indicazioni generiche o il semplice richiamo a finanziamenti futuri e incerti, anche se provenienti da altri enti pubblici. L’ente che assume l’obbligazione deve formalizzare il proprio impegno nel proprio bilancio, garantendo così la disponibilità delle risorse. Questo serve a tutelare l’integrità delle finanze pubbliche e a evitare che le amministrazioni assumano obbligazioni che non sono in grado di onorare.

La decisione della Corte di Cassazione e la copertura finanziaria

Il professionista ha portato il caso davanti alla Corte di Cassazione, sostenendo che la Corte d’Appello avesse errato nel non considerare che la spesa era quasi totalmente a carico della Regione. Secondo la sua tesi, le norme sulla copertura finanziaria del bilancio comunale non avrebbero dovuto applicarsi con lo stesso rigore.

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la linea dei precedenti gradi di giudizio. I giudici hanno ribadito che la giurisprudenza è consolidata su questo punto: un contratto d’opera professionale stipulato con un ente pubblico è nullo se la delibera di affidamento non contiene un formale e preciso impegno contabile. Anche se l’ente deve coprire solo una piccola parte della spesa (in questo caso il 5%), quella parte deve essere regolarmente iscritta a bilancio.

Le motivazioni

La Corte ha spiegato che la clausola che subordina il pagamento all’ottenimento di un finanziamento esterno non sana la nullità. Le norme sulla contabilità pubblica sono inderogabili e non possono essere eluse tramite accordi contrattuali. L’assenza della copertura finanziaria comporta che il rapporto obbligatorio non sia riferibile all’ente pubblico, ma si instauri direttamente tra il professionista e l’amministratore o il funzionario che ha assunto l’impegno in violazione delle regole. In sostanza, è il funzionario, e non l’ente, a rispondere personalmente dell’obbligazione.

Inoltre, la Corte ha respinto anche il motivo relativo al presunto vizio di costituzione del giudice di primo grado, ritenendolo infondato e conforme alla giurisprudenza consolidata sull’impiego dei giudici onorari.

Le conclusioni

La decisione offre una lezione importante per tutti i professionisti che lavorano con la Pubblica Amministrazione. È essenziale esercitare la massima diligenza e verificare scrupolosamente la validità della delibera di incarico. In particolare, bisogna accertarsi che contenga una chiara e specifica indicazione della copertura finanziaria, con riferimento al capitolo di bilancio. In assenza di questo requisito fondamentale, si corre il serio rischio di aver lavorato invano, poiché il contratto sarà considerato nullo e l’ente non sarà tenuto a pagare. L’unica, e spesso difficile, via percorribile potrebbe essere quella di un’azione personale contro il funzionario responsabile.

Un contratto con un ente pubblico è valido se il pagamento dipende da un finanziamento esterno?
No, non è sufficiente. La Corte di Cassazione ha chiarito che anche se il pagamento è subordinato all’ottenimento di un finanziamento da parte di un altro ente (es. una Regione), la delibera dell’ente che affida l’incarico deve comunque contenere un impegno di spesa formale sul proprio bilancio, anche solo per la quota a suo carico. La mancanza di questo requisito rende il contratto nullo.

Cosa succede se una delibera comunale che affida un incarico non ha una corretta copertura finanziaria?
La delibera è nulla. Di conseguenza, anche il contratto d’opera professionale che si basa su di essa è nullo. Questo significa che l’obbligazione non sorge in capo all’ente pubblico, il quale non è tenuto a pagare il compenso al professionista.

Chi paga il professionista se il contratto con il Comune è nullo per mancanza di copertura finanziaria?
Secondo la legge e la giurisprudenza consolidata, il rapporto obbligatorio si instaura direttamente tra il professionista e l’amministratore o il funzionario pubblico che ha assunto l’impegno violando le norme contabili. Pertanto, il professionista dovrebbe agire legalmente contro la persona fisica del funzionario per ottenere il pagamento, e non contro l’ente pubblico.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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