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Controllo indiretto società pubblica: le regole

In un caso di somministrazione illecita di manodopera, la Cassazione ha stabilito che le regole sul reclutamento pubblico si applicano anche in caso di controllo indiretto società pubblica. La Corte ha chiarito che se un ente pubblico controlla una società che a sua volta ne controlla un’altra, anche quest’ultima è soggetta a specifici obblighi. La sentenza di merito è stata annullata con rinvio per accertare la presenza degli ulteriori requisiti di legge.

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Controllo Indiretto Società Pubblica: La Cassazione Chiarisce le Regole sul Reclutamento

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 20501/2024, ha affrontato un tema di grande rilevanza per il settore pubblico allargato: l’applicazione delle norme sul reclutamento del personale alle società controllate solo indirettamente da un ente locale. Questa decisione chiarisce come il controllo indiretto società pubblica estenda l’ambito di applicazione di principi pubblicistici, come quello di concorsualità, anche a entità che non sono direttamente partecipate dall’ente pubblico. L’analisi della Corte offre spunti fondamentali per la gestione delle risorse umane all’interno delle complesse catene di controllo societario che caratterizzano molte realtà municipalizzate.

Il Fatto: Una Catena di Controllo Societario

Il caso trae origine dalla domanda di un lavoratore, formalmente dipendente di una cooperativa, che chiedeva il riconoscimento di un rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato con una società a responsabilità limitata. Quest’ultima era interamente partecipata da una società per azioni, a sua volta totalmente controllata da un Comune. I giudici di primo e secondo grado avevano accolto la domanda del lavoratore, ritenendo sussistente un’ipotesi di somministrazione illecita di manodopera e costituendo il rapporto di lavoro con la società utilizzatrice.

La società, erede del contenzioso a seguito di una fusione per incorporazione, ha proposto ricorso in Cassazione, sostenendo, tra i vari motivi, che la corte d’appello avesse erroneamente escluso l’applicabilità delle norme che impongono procedure di reclutamento concorsuali alle società a controllo pubblico indiretto.

La Decisione della Corte sul Controllo Indiretto Società Pubblica

La Suprema Corte ha accolto i motivi di ricorso relativi a questa specifica questione. Ha affermato che la Corte d’Appello ha sbagliato nel ritenere che la normativa sul reclutamento pubblico (in particolare l’art. 18, comma 2-bis, del d.l. n. 112/2008) si applichi solo alle società con una partecipazione diretta da parte dell’ente pubblico.

Secondo la Cassazione, la nozione di “partecipazione pubblica locale di controllo” include anche le ipotesi di controllo indiretto. Nel caso specifico, il Comune controllava totalmente la società madre, la quale a sua volta controllava totalmente la società figlia presso cui il lavoratore prestava servizio. Questa catena societaria realizza a tutti gli effetti un controllo (indiretto) dell’ente locale sulla società finale. Di conseguenza, anche quest’ultima era potenzialmente soggetta ai vincoli pubblicistici in materia di assunzioni.

La Corte ha quindi cassato la sentenza impugnata, rinviando la causa alla Corte d’Appello per un nuovo esame. Il giudice del rinvio dovrà verificare se, oltre al presupposto del controllo, sussistevano anche le altre condizioni previste dalla norma per l’applicazione dei vincoli, come, ad esempio, l’essere titolare di affidamenti diretti di servizi pubblici locali senza gara.

Le Motivazioni della Cassazione

Il ragionamento della Corte si fonda su un’interpretazione sistematica e non meramente letterale della normativa vigente all’epoca dei fatti (2009). I giudici hanno valorizzato la nozione civilistica di controllo, come delineata dall’art. 2359 c.c., che ricomprende sia il controllo diretto sia quello indiretto. L’espressione “società a partecipazione pubblica locale … di controllo”, utilizzata dal legislatore, non può essere interpretata in senso restrittivo, escludendo situazioni in cui il dominio dell’ente pubblico si esercita per il tramite di un’altra società.

La Corte ha inoltre sottolineato come questa interpretazione sia coerente con la ratio della norma, volta a garantire che i principi di imparzialità e trasparenza, sanciti dall’art. 97 della Costituzione, pervadano anche l’operato di quelle società che, sebbene formalmente private, agiscono come un’estensione dell’amministrazione pubblica. Escludere il controllo indiretto creerebbe una facile via per eludere tali principi.

Infine, la sentenza chiarisce che il successivo Testo Unico in materia di società a partecipazione pubblica (D.Lgs. n. 175/2016), che definisce espressamente la “partecipazione indiretta”, non ha carattere innovativo su questo punto, ma si limita a esplicitare un principio già desumibile dal sistema normativo previgente.

Le Conclusioni

La sentenza n. 20501/2024 ha importanti implicazioni pratiche. Essa stabilisce un principio chiaro: i vincoli pubblicistici, in particolare quelli sul reclutamento del personale, si estendono lungo la catena di controllo societario. Le società “nipoti” di un ente pubblico non possono considerarsi svincolate da tali obblighi per il solo fatto di non avere un legame di partecipazione diretta con l’ente stesso.

Questa decisione impone una maggiore attenzione da parte degli amministratori delle società partecipate, che dovranno verificare attentamente la propria posizione all’interno del gruppo pubblico e l’eventuale applicabilità di normative speciali. Per i lavoratori, si apre uno scenario più complesso: il riconoscimento di un rapporto di lavoro con una società a controllo pubblico indiretto potrebbe scontrarsi con la nullità del contratto per violazione delle norme imperative sul reclutamento, con conseguenze significative sul piano della tutela.

Le regole sul reclutamento pubblico si applicano anche alle società controllate indirettamente da un ente pubblico?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che le norme sul reclutamento previste per le società a partecipazione pubblica locale si estendono anche alle società controllate indirettamente, ovvero tramite un’altra società a sua volta totalmente partecipata dall’ente pubblico.

Cosa si intende per “controllo indiretto” in questo contesto?
Si ha controllo indiretto quando un ente pubblico detiene la totalità delle quote di una società (controllante) e quest’ultima, a sua volta, detiene la totalità delle quote di un’altra società (controllata). In questo modo, l’ente pubblico esercita il suo controllo sulla seconda società per il tramite della prima.

La pensione di un lavoratore durante una causa estingue automaticamente il processo?
No. La Corte ha chiarito che il pensionamento non determina automaticamente la “cessazione della materia del contendere”, specialmente se la società datrice di lavoro ha ancora interesse a ottenere una pronuncia sul regime giuridico del rapporto di lavoro e sui relativi effetti economici pregressi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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