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Concordato Preventivo Appalti: Pagamenti Sospesi

Analisi dell’ordinanza della Cassazione sul tema del concordato preventivo appalti. La Corte ha stabilito che la stazione appaltante può legittimamente sospendere i pagamenti all’appaltatore in concordato se questo non fornisce prova di aver pagato i subappaltatori, come previsto dalla normativa sui contratti pubblici. Il meccanismo di sospensione, a differenza del fallimento, resta compatibile con la procedura di concordato.

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Concordato Preventivo Appalti: la Sospensione dei Pagamenti è Legittima

L’ammissione a una procedura di concordato preventivo appalti non esonera l’impresa dal rispettare gli obblighi contrattuali, inclusa la trasmissione delle quietanze di pagamento ai subappaltatori. Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha chiarito che, in caso di inadempimento, la stazione appaltante ha il pieno diritto di sospendere i pagamenti, poiché la procedura di concordato, a differenza del fallimento, non estingue il rapporto contrattuale.

I Fatti di Causa

Una società di costruzioni, appaltatrice di lavori per un consorzio pubblico, veniva ammessa alla procedura di concordato preventivo. Successivamente, la stazione appaltante sospendeva il pagamento di uno stato di avanzamento lavori (SAL) poiché l’impresa non aveva trasmesso, come richiesto dalla legge, le fatture quietanzate a dimostrazione dell’avvenuto pagamento dei propri subappaltatori.

Il credito vantato dall’impresa nei confronti della stazione appaltante era stato ceduto a una banca, la quale agiva in giudizio per ottenerne il pagamento. Sia in primo grado che in appello, la richiesta veniva respinta. I giudici di merito ritenevano legittima la sospensione dei pagamenti disposta dalla stazione appaltante ai sensi dell’art. 118, comma 3, del D.Lgs. 163/2006 (il vecchio Codice dei Contratti Pubblici). L’impresa, insieme ai suoi fideiussori, proponeva quindi ricorso per Cassazione.

La Sospensione dei Pagamenti nel Concordato Preventivo Appalti

Il motivo principale del ricorso si basava sull’errata, a dire dei ricorrenti, applicazione della norma sulla sospensione dei pagamenti a un’impresa in concordato preventivo. La difesa sosteneva che tale meccanismo non fosse compatibile con la procedura concorsuale.

La Corte di Cassazione ha respinto questa tesi, tracciando una netta distinzione tra gli effetti del fallimento e quelli del concordato preventivo sul contratto d’appalto.

La Differenza tra Fallimento e Concordato

Nel caso di fallimento dell’appaltatore, il contratto d’appalto si scioglie automaticamente (ipso iure). Questo scioglimento fa venir meno ogni vincolo negoziale e, di conseguenza, rende inapplicabile il meccanismo di sospensione dei pagamenti previsto dall’art. 118. L’interesse pubblico al completamento dell’opera cede il passo alle regole concorsuali della par condicio creditorum.

Al contrario, l’ammissione al concordato preventivo appalti, specialmente se finalizzato alla continuità aziendale, non provoca l’automatico scioglimento del contratto. La procedura è orientata alla conservazione dell’impresa e dei suoi rapporti contrattuali, che sono funzionali alla sua riabilitazione. Pertanto, il contratto d’appalto prosegue e con esso tutti gli obblighi previsti, inclusa la necessità di dimostrare il corretto pagamento dei subappaltatori.

La Reiezione dell’Eccezione di Giudicato

I ricorrenti avevano sollevato un secondo motivo, relativo alla presunta violazione di un giudicato formatosi in un’altra causa. In quel precedente giudizio, promosso da un subappaltatore contro la stazione appaltante, era stato affermato un principio apparentemente favorevole all’appaltatore.

La Corte ha rigettato anche questa doglianza. Ha ricordato che l’autorità del giudicato opera solo quando vi è perfetta identità di soggetti, petitum (l’oggetto della domanda) e causa petendi (la ragione della domanda). Nel caso di specie, i soggetti erano diversi (nel primo giudizio era parte il subappaltatore, qui la banca cessionaria del credito) e l’oggetto della richiesta era differente. Pertanto, nessuna violazione del giudicato poteva essere ravvisata.

Le Motivazioni della Decisione

La Suprema Corte ha motivato la sua decisione sottolineando la finalità conservativa del concordato preventivo. Questa procedura mira a preservare il valore dell’organismo produttivo, e la continuità dei rapporti contrattuali è uno strumento essenziale per raggiungere tale obiettivo. A differenza del fallimento, che determina una cesura netta, il concordato permette all’impresa di continuare a operare, seppur con le limitazioni imposte dalla legge. Di conseguenza, il rapporto contrattuale con la stazione appaltante rimane in vita e pienamente efficace.

L’obbligo di trasmettere le quietanze di pagamento dei subappaltatori non viene meno con l’ammissione al concordato. Si tratta di una norma posta a tutela non solo del subappaltatore, quale contraente ‘debole’, ma anche dell’interesse pubblico al regolare e tempestivo completamento dell’opera. Permettere all’appaltatore in concordato di eludere tale obbligo creerebbe una falla nel sistema di garanzie previsto dal legislatore. Pertanto, la sospensione del pagamento da parte della stazione appaltante è uno strumento legittimo e compatibile con la procedura di concordato preventivo.

Conclusioni

L’ordinanza in esame rafforza un principio fondamentale nella gestione dei contratti pubblici: l’ammissione a una procedura di concordato preventivo appalti non costituisce una ‘zona franca’ in cui gli obblighi contrattuali vengono meno. La continuità aziendale, obiettivo primario del concordato, implica anche la continuità delle responsabilità. La stazione appaltante mantiene il potere-dovere di vigilare sul corretto adempimento di tutte le clausole contrattuali, compresa la tutela della filiera dei subappaltatori, potendo legittimamente utilizzare gli strumenti previsti dalla legge, come la sospensione dei pagamenti, per garantirne il rispetto.

Una stazione appaltante può sospendere i pagamenti a un’impresa ammessa al concordato preventivo?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che la stazione appaltante può legittimamente sospendere i pagamenti se l’impresa in concordato preventivo non adempie agli obblighi contrattuali, come quello di trasmettere le quietanze di pagamento ai subappaltatori.

Qual è la differenza tra fallimento e concordato preventivo riguardo ai contratti d’appalto?
Il fallimento provoca lo scioglimento automatico (ipso iure) del contratto d’appalto, rendendo inapplicabile il meccanismo di sospensione dei pagamenti. Il concordato preventivo, invece, non scioglie il contratto, che prosegue con tutti gli obblighi connessi, rendendo la sospensione un rimedio ancora esperibile.

Quando un precedente giudizio è vincolante per una nuova causa?
Un precedente giudizio ha efficacia vincolante (giudicato) solo se la nuova causa presenta identità di soggetti, di oggetto della domanda (petitum) e di ragioni della pretesa (causa petendi). In assenza di anche uno solo di questi elementi, la decisione precedente non è vincolante.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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