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Composizione organo giudicante: CCEPS decisione nulla

Un medico, radiato dall’albo per aver diffuso informazioni contro le vaccinazioni, ha presentato ricorso in Cassazione. La Corte ha annullato la decisione disciplinare non entrando nel merito della questione, ma per un vizio di procedura: l’errata composizione dell’organo giudicante. La commissione aveva deliberato con soli quattro membri, mentre la legge ne richiede un minimo di cinque. Il caso è stato rinviato per un nuovo esame da parte di un collegio correttamente costituito.

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Pubblicato il 13 novembre 2025 in Diritto Civile, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Composizione organo giudicante: la Cassazione annulla la radiazione di un medico

L’ordinanza n. 10021/2024 della Corte di Cassazione affronta un caso di grande attualità, relativo alla sanzione disciplinare inflitta a un medico per le sue posizioni sulle vaccinazioni. Tuttavia, la decisione della Corte non entra nel merito della condotta del sanitario, ma si concentra su un aspetto procedurale fondamentale: la corretta composizione dell’organo giudicante. Questa pronuncia sottolinea come il rispetto delle regole procedurali sia un pilastro imprescindibile per la validità di qualsiasi decisione, specialmente in ambito disciplinare.

I Fatti di Causa

Un medico veniva sottoposto a procedimento disciplinare dall’Ordine dei Medici di Milano a seguito di segnalazioni relative alla sua attività di divulgazione su internet. Secondo l’Ordine, il medico aveva pubblicato commenti e video che costituivano una vera e propria propaganda contro le vaccinazioni pediatriche, in contrasto con le indicazioni scientifiche nazionali e internazionali. La condotta veniva ritenuta una violazione di diversi articoli del codice deontologico, in quanto diffondeva informazioni scorrette e non scientifiche, gettando discredito sulle terapie vaccinali. Al termine del procedimento, l’Ordine provinciale deliberava la sanzione più grave: la radiazione dall’albo dei medici chirurghi.

Il medico impugnava tale decisione dinanzi alla Commissione Centrale per gli Esercenti le Professioni Sanitarie (CCEPS), la quale però rigettava il ricorso, confermando la radiazione. Contro questa seconda decisione, il medico proponeva ricorso in Cassazione, sollevando sette diversi motivi di doglianza.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

Tra i vari motivi, il ricorrente lamentava vizi di natura sia procedurale che sostanziale. In particolare, contestava:
1. L’irregolare costituzione del collegio della CCEPS, per presunte illegittimità nella nomina dei suoi membri.
2. La nullità della decisione per un vizio nella composizione dell’organo giudicante, in quanto il collegio era composto da soli quattro membri, mentre la legge ne prescrive un minimo di cinque.
3. La violazione dei principi del giusto processo e la carenza di motivazione.
4. L’indeterminatezza delle norme disciplinari contestate.
5. L’applicazione di un codice deontologico non più in vigore.
6. La violazione della libertà di manifestazione del pensiero e della libertà della scienza.
7. La sproporzione della sanzione della radiazione.

Composizione Organo Giudicante: L’Analisi della Corte

La Corte di Cassazione ha ritenuto fondato e assorbente il secondo motivo di ricorso, senza quindi esaminare gli altri. La decisione si è incentrata esclusivamente sulla violazione delle norme che regolano la composizione dell’organo giudicante della CCEPS.

La norma di riferimento è l’art. 17 del D.Lgs. n. 233/1946, il quale stabilisce che per la validità di ogni seduta della Commissione è necessaria la presenza di non meno di cinque membri, compreso il presidente. Nel caso di specie, dal verbale della decisione impugnata risultava che il collegio fosse composto dal Presidente e da soli tre altri componenti, per un totale di quattro membri.

Secondo la Suprema Corte, questo non è un vizio meramente formale, ma un’alterazione strutturale dell’organo decidente. La presenza del numero minimo di giudici (il cosiddetto quorum costitutivo) è un requisito imposto dalla legge a garanzia della corretta formazione della volontà del collegio e, in ultima analisi, del diritto di difesa e del giusto processo. Una decisione assunta da un numero di giudici inferiore a quello minimo previsto dalla legge è, pertanto, affetta da nullità insanabile.

Le Motivazioni

La Corte ha specificato che la regola sul numero minimo di componenti del collegio giudicante è posta a presidio della validità stessa della decisione. Si tratta di una norma sulla costituzione del giudice, la cui violazione determina un vizio strutturale che può essere denunciato in sede di legittimità. La difesa delle parti resistenti, che sosteneva si trattasse di una scelta imposta da precedenti sentenze o che il vizio dovesse essere eccepito dinanzi alla stessa CCEPS, è stata rigettata. La Cassazione, richiamando anche un suo precedente specifico (Cass. n. 2817/2023), ha ribadito che la deliberazione con un numero di giudici inferiore a quello minimo legale costituisce una grave alterazione dell’organo, tale da determinare la nullità del provvedimento emesso.

L’accoglimento del secondo motivo ha reso superfluo l’esame di tutte le altre censure, comprese quelle relative alla libertà di espressione e alla proporzionalità della sanzione. La questione, quindi, non è stata decisa nel merito.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del medico, ha cassato la decisione della CCEPS e ha rinviato la causa alla stessa Commissione, che dovrà però decidere nuovamente con una diversa e, soprattutto, corretta composizione dell’organo giudicante. Questa sentenza riafferma un principio cruciale dello stato di diritto: le regole procedurali non sono meri orpelli, ma garanzie fondamentali per le parti. A prescindere dal merito di una controversia, una decisione non può essere considerata valida se l’organo che l’ha emessa non era legittimamente costituito secondo le previsioni di legge.

Perché la decisione della Commissione Centrale (CCEPS) è stata annullata?
La decisione è stata annullata perché il collegio giudicante era composto da soli quattro membri, mentre la legge (art. 17 del D.Lgs. 233/1946) ne richiede un minimo di cinque per la validità della seduta. Questa è stata considerata una violazione delle norme sulla costituzione del giudice, che determina la nullità del provvedimento.

La Corte di Cassazione ha deciso se la radiazione del medico fosse giusta o sbagliata?
No, la Corte non è entrata nel merito della sanzione disciplinare. Ha annullato la decisione esclusivamente per il vizio procedurale relativo alla composizione dell’organo giudicante e ha rinviato il caso alla stessa Commissione per un nuovo esame.

Qual è il principio legale affermato dalla Corte in questa ordinanza?
Il principio fondamentale è che il rispetto del numero minimo di membri richiesto dalla legge per un collegio giudicante (quorum costitutivo) è un requisito essenziale per la sua corretta costituzione. La violazione di tale requisito costituisce un’alterazione strutturale dell’organo che porta alla nullità insanabile della decisione emessa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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