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Compenso CTU: i criteri di liquidazione della Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un consulente tecnico d’ufficio (CTU) riguardante il suo compenso. La Corte ha chiarito che le attività strumentali alla perizia principale rientrano nel compenso a percentuale e non sono liquidabili a parte. Inoltre, ha ribadito che i motivi di ricorso devono essere specifici e non possono limitarsi a criticare la sufficienza della motivazione del giudice precedente.

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Compenso CTU: Criteri di Liquidazione e Limiti del Ricorso secondo la Cassazione

L’ordinanza n. 21249/2024 della Corte di Cassazione offre importanti chiarimenti sulla liquidazione del compenso CTU (Consulente Tecnico d’Ufficio) e sui requisiti di ammissibilità dei ricorsi in materia. La decisione analizza il delicato equilibrio tra onorari a percentuale, compensi a vacazione e il principio di onnicomprensività, fornendo una guida preziosa per professionisti e legali. Il caso nasce dalla contestazione di un ingegnere, nominato CTU in una causa di divisione immobiliare, che riteneva il suo compenso liquidato in modo errato e insufficiente dal Tribunale.

I Fatti del Caso

Un ingegnere, incaricato come CTU per la valutazione e divisione di alcuni beni immobili, proponeva opposizione contro il decreto di liquidazione del suo compenso emesso dal Tribunale. Il Tribunale accoglieva parzialmente l’opposizione, ma il professionista, ancora insoddisfatto, decideva di ricorrere in Cassazione, lamentando l’errata applicazione delle tariffe professionali. I motivi del ricorso si concentravano su tre punti principali: l’erronea inclusione di attività pagabili a vacazione nel compenso a percentuale, la mancata differenziazione degli onorari per immobili eterogenei e il mancato riconoscimento di ulteriori importi.

La Decisione della Corte di Cassazione e le Motivazioni sul Compenso CTU

La Suprema Corte ha rigettato integralmente il ricorso, ritenendo tutti i motivi inammissibili o infondati. La decisione si fonda su principi consolidati della procedura civile e dell’interpretazione delle norme sulla liquidazione dei compensi professionali.

Il Principio di Onnicomprensività e gli Onorari a Vacazione

Il ricorrente sosteneva che il Tribunale avesse erroneamente applicato il principio di onnicomprensività (art. 29 dell’allegato al D.M. 30 maggio 2002), includendo nel compenso a percentuale anche attività che, a suo dire, dovevano essere retribuite separatamente con onorario a vacazione (a ore).
La Cassazione ha chiarito che il motivo era inammissibile perché non coglieva la ratio decidendi della decisione impugnata. Il Tribunale, infatti, non aveva esteso l’onnicomprensività agli onorari a vacazione in generale, ma aveva semplicemente ritenuto che le specifiche attività indicate dal consulente fossero strumentali all’accertamento tecnico principale (l’estimo) e, quindi, già ricomprese nel compenso a percentuale previsto dall’art. 13 dello stesso decreto. In altre parole, non ogni singola operazione compiuta dal CTU dà diritto a un compenso orario separato se essa è funzionale e necessaria per giungere alla valutazione complessiva richiesta.

La Specificità del Ricorso per la Valutazione di Immobili Diversi

Il secondo motivo lamentava la mancata differenziazione degli onorari tra terreni e fabbricati, nonostante la loro eterogeneità, con una conseguente liquidazione unica e non separata per ogni bene. La Corte ha dichiarato anche questo motivo inammissibile per due ragioni decisive. In primo luogo, la critica si risolveva in una lamentela sulla sufficienza della motivazione del Tribunale, un vizio non più denunciabile in Cassazione dopo la riforma dell’art. 360 c.p.c. In secondo luogo, il ricorso difettava di specificità: il professionista non aveva indicato quali fossero le caratteristiche concrete degli immobili che imponevano una valutazione separata, limitandosi a un generico richiamo alla loro “eterogeneità”. Per la Cassazione, un ricorso deve essere autosufficiente e dettagliato, non potendo basarsi su affermazioni generiche.

La Necessità di una Richiesta Esplicita per gli Ulteriori Onorari

Infine, riguardo al mancato riconoscimento di ulteriori importi ai sensi dell’art. 12 del decreto ministeriale, la Corte ha osservato che il Tribunale aveva correttamente rilevato l’assenza di un’apposita e tempestiva richiesta di liquidazione. Il giudice non può liquidare d’ufficio somme che non sono state esplicitamente richieste dal consulente nella sua istanza. Anche se il ricorrente avesse depositato tardivamente delle parcelle, il giudice è tenuto a decidere solo sulla base delle richieste ritualmente formulate.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per i Professionisti

L’ordinanza della Cassazione ribadisce alcuni principi fondamentali per i CTU e i loro difensori. Innanzitutto, è cruciale comprendere che il compenso a percentuale è, per sua natura, onnicomprensivo di tutte le attività preparatorie e strumentali alla redazione della perizia. Gli onorari a vacazione sono riservati ad attività eccezionali e non strettamente connesse al nucleo dell’incarico. In secondo luogo, le istanze di liquidazione devono essere complete e dettagliate fin dal primo momento, poiché il giudice non può sopperire a eventuali mancanze o richieste tardive. Infine, in sede di ricorso per Cassazione, è indispensabile formulare censure precise, specifiche e incentrate su vizi di violazione di legge, evitando critiche generiche alla motivazione del provvedimento impugnato, pena l’inammissibilità del ricorso.

Quando le attività di un CTU possono essere pagate a vacazione (a ore) e quando rientrano nel compenso a percentuale?
Secondo la Corte, le attività che sono strumentali e necessarie per l’accertamento tecnico principale (come l’estimo di un immobile) sono già coperte dal compenso calcolato a percentuale. L’onorario a vacazione è previsto solo per attività che non rientrano in questo nucleo centrale, e non può essere richiesto per operazioni preparatorie o accessorie all’incarico principale.

Perché il motivo di ricorso sulla mancata valutazione separata di immobili diversi è stato respinto?
È stato respinto perché mancava di specificità. Il ricorrente si è limitato a denunciare genericamente l'”eterogeneità degli immobili” senza indicare concretamente quali caratteristiche avrebbero imposto una liquidazione separata degli onorari e senza dimostrare di aver sollevato tale specifica questione nel precedente grado di giudizio. Un ricorso in Cassazione deve essere autosufficiente e dettagliato.

Un giudice può liquidare un compenso al CTU che non è stato specificamente richiesto?
No. La Corte ha confermato che il giudice non può procedere a una liquidazione d’ufficio. Il compenso può essere liquidato solo sulla base di una esplicita e tempestiva istanza presentata dal consulente. Se una parte del compenso non viene richiesta formalmente, il giudice non può riconoscerla autonomamente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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