LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Compensi avvocati: il valore nelle cause su appalti

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 11248/2024, ha stabilito un principio chiave per la determinazione dei compensi avvocati in cause amministrative su appalti pubblici. Contrariamente a un orientamento passato, il valore di tali controversie non è ‘indeterminabile’, ma va calcolato in base all’interesse economico del cliente, come previsto dal D.M. 55/2014. La Corte ha cassato la decisione del Tribunale che aveva ridotto drasticamente le parcelle di alcuni legali, remandando il caso per una nuova liquidazione basata sul valore effettivo dell’appalto.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Compensi Avvocati e Appalti Pubblici: Come si Determina il Valore della Causa?

La corretta liquidazione dei compensi avvocati rappresenta una questione cruciale, specialmente in contesti complessi come le controversie relative agli appalti pubblici. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento fondamentale, segnando un’evoluzione rispetto al passato e offrendo maggiore certezza ai professionisti legali. La pronuncia in esame stabilisce che il valore di una causa amministrativa per l’annullamento di un’aggiudicazione non è ‘indeterminabile’, ma deve essere parametrato all’interesse economico in gioco, secondo le regole del D.M. 55/2014.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine dalla richiesta di ammissione al passivo fallimentare presentata da un avvocato e da una società di servizi legali per i crediti professionali maturati nei confronti di un’azienda, successivamente fallita. Tali crediti derivavano da attività di difesa in diverse cause amministrative aventi ad oggetto l’aggiudicazione di appalti pubblici.

Il Tribunale, in sede di opposizione allo stato passivo, aveva drasticamente ridotto gli importi richiesti. La motivazione principale era che le convenzioni d’incarico non avevano data certa e, pertanto, non erano opponibili alla curatela. Di conseguenza, il giudice aveva ritenuto che il valore delle controversie fosse ‘indeterminabile’, poiché l’oggetto era la legittimità di atti amministrativi e non direttamente un importo economico. Questo ha portato a una liquidazione dei compensi molto inferiore alle aspettative dei professionisti.

La Decisione della Corte di Cassazione e i compensi avvocati

Investita della questione, la Corte di Cassazione ha accolto i motivi di ricorso relativi alla determinazione del valore della causa. I giudici supremi hanno cassato con rinvio il provvedimento del Tribunale, stabilendo che quest’ultimo aveva errato nel non applicare la normativa specifica in vigore al momento delle prestazioni professionali.

La Corte ha sottolineato un’importante evoluzione normativa. Mentre in passato la giurisprudenza, basandosi su regolamenti tariffari precedenti, tendeva a considerare di valore indeterminabile le cause di annullamento di atti amministrativi, il D.M. 55/2014 ha introdotto un criterio specifico per le controversie in materia di contratti pubblici.

Le Motivazioni: L’Applicazione del D.M. 55/2014

Il cuore della decisione risiede nell’interpretazione dell’articolo 5, comma 3, del D.M. 55/2014. Questa norma, applicabile alle prestazioni svolte dopo la sua entrata in vigore nell’aprile 2014, stabilisce un criterio chiaro per la determinazione dei compensi avvocati nelle cause su appalti pubblici. Il valore della controversia deve essere rapportato ‘all’entità economica dell’interesse sostanziale che il cliente intende perseguire’.

Per i contratti pubblici, questo interesse è legato all’utile effettivo o ai profitti attesi, che si presumono ‘non inferiori al 10 per cento del valore dell’appalto’. Il Tribunale aveva ignorato questa specifica disposizione, applicando un orientamento giurisprudenziale superato e fondato su una normativa non più vigente per i fatti di causa. La Cassazione ha quindi affermato che, in presenza di un criterio legale specifico per determinare il valore economico della controversia, non è più corretto classificarla come di ‘valore indeterminabile’. Il valore, al contrario, era perfettamente determinabile sulla base del valore degli appalti oggetto di contenzioso.

Le Conclusioni

L’ordinanza ha implicazioni pratiche di grande rilievo per i legali che operano nel settore del diritto amministrativo e degli appalti pubblici. La decisione consolida il principio secondo cui la liquidazione dei compensi avvocati deve riflettere la reale posta in gioco per il cliente. Si abbandona un approccio che sminuiva il valore di queste cause, per abbracciare un criterio più equo e aderente alla realtà economica del contenzioso. I professionisti possono ora fare affidamento su una base di calcolo più certa e trasparente, che valorizza adeguatamente la complessità e l’importanza del loro operato nella tutela degli interessi economici delle imprese.

Come si determina il valore di una causa su appalti pubblici ai fini dei compensi legali?
Secondo il D.M. 55/2014, il valore si determina in base all’interesse economico sostanziale del cliente. Nelle controversie su contratti pubblici, questo è rapportato all’utile effettivo o ai profitti attesi dal soggetto, che si presumono non inferiori al 10% del valore dell’appalto.

Una causa amministrativa per l’annullamento di un atto è sempre di valore indeterminabile?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che, sebbene questo fosse un orientamento passato, non è più valido per le controversie in materia di contratti pubblici successive all’entrata in vigore del D.M. 55/2014, il quale fornisce un criterio specifico per la determinazione del valore economico.

Cosa succede se un accordo scritto sui compensi tra avvocato e cliente non ha una data certa in caso di fallimento del cliente?
L’accordo può essere ritenuto inopponibile alla curatela fallimentare. Ciò non significa che il compenso non sia dovuto, ma che la sua quantificazione non potrà basarsi sull’accordo stesso, bensì sui parametri tariffari previsti dalla legge, come liquidati dal giudice.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati