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Clausola assicurativa: valida anche per fatto del terzo

Una società si è vista negare l’indennizzo per un furto di merci durante il trasporto, poiché il vettore terzo non aveva rispettato le condizioni di sicurezza previste dalla polizza. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione, stabilendo che la clausola assicurativa in questione non è vessatoria. Essa, infatti, non limita la responsabilità, ma definisce l’oggetto e i limiti del rischio garantito, rendendo l’assicurato responsabile del rispetto delle condizioni anche quando si affida a un trasportatore esterno.

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Pubblicato il 14 novembre 2025 in Diritto Civile, Diritto Commerciale, Giurisprudenza Civile

Clausola Assicurativa: Quando è Legittima e Non Vessatoria? Il Caso del Trasporto Merci

Nel mondo del commercio, l’assicurazione sul trasporto merci è fondamentale. Ma cosa succede se una clausola assicurativa esclude la copertura a causa di una negligenza del trasportatore? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su un punto cruciale: la distinzione tra clausole che limitano la responsabilità (e che possono essere vessatorie) e quelle che definiscono semplicemente il rischio assicurato. La Corte ha stabilito che se la polizza prevede specifiche misure di sicurezza, come un antifurto funzionante, l’assicurato deve garantirne il rispetto, anche se affida il trasporto a un’azienda esterna. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti di Causa: Il Furto della Merce e il Rifiuto dell’Assicurazione

Una società di maglieria stipulava una polizza assicurativa per coprire il trasporto di due partite di merce destinate a clienti a Parigi. Il trasporto veniva affidato a un’impresa terza. Durante il viaggio, la merce veniva rubata. L’impresa di maglieria chiedeva quindi alla propria compagnia assicurativa il pagamento dell’indennizzo previsto.

La compagnia si rifiutava, invocando l’articolo 18 delle condizioni di polizza. Questa clausola prevedeva che la garanzia fosse operativa solo a determinate condizioni, tra cui l’utilizzo di un veicolo dotato di antifurto e il parcheggio in aree protette e sorvegliate. Nel caso specifico, era emerso che il furgone utilizzato dal vettore dopo un trasbordo della merce era completamente sprovvisto di antifurto.

Il Percorso Giudiziario: La Decisione dei Giudici di Merito

Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello davano ragione alla compagnia assicurativa. I giudici ritenevano che il viaggio non avesse avuto il carattere di “ordinarietà” richiesto dalla polizza e che la violazione delle condizioni di sicurezza (assenza di antifurto) rendesse inoperativa la garanzia. La società di maglieria, ritenendo ingiusta la decisione, decideva di ricorrere in Cassazione, sostenendo che la clausola assicurativa fosse vessatoria perché estendeva la sua responsabilità a fatti commessi da un terzo (il vettore) al di fuori del suo controllo.

L’Analisi della Cassazione sulla Clausola Assicurativa Contesa

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso della società, confermando le sentenze precedenti e fornendo chiarimenti fondamentali sulla natura delle clausole nei contratti di assicurazione.

Distinzione tra Clausole Vessatorie e Clausole che Definiscono il Rischio

Il punto centrale della difesa della società ricorrente era l’asserita natura vessatoria della clausola. Secondo la legge (art. 1341 c.c.), le clausole vessatorie, che impongono particolari oneri o limitazioni a una parte, devono essere approvate specificamente per iscritto.

La Suprema Corte, tuttavia, ha ribadito un principio consolidato: non tutte le clausole che limitano la copertura sono vessatorie. Bisogna distinguere:
1. Clausole limitative della responsabilità: Sono quelle che riducono le conseguenze dell’inadempimento o della colpa dell’assicuratore. Queste sono vessatorie.
2. Clausole che delimitano il rischio: Sono quelle che definiscono l’oggetto del contratto, specificando cosa è coperto e cosa non lo è. Queste clausole, come quella in esame, non sono considerate vessatorie perché concorrono a definire il perimetro del rischio garantito dalla polizza.

Le Motivazioni della Corte sulla Clausola Assicurativa

La Corte ha ritenuto che la clausola assicurativa in questione fosse chiara e non ambigua nel definire i limiti della garanzia. Essa non nascondeva una limitazione di responsabilità, ma specificava le condizioni necessarie affinché il rischio del furto durante il trasporto fosse coperto. L’obbligo di utilizzare un veicolo con antifurto e di parcheggiare in aree sicure non era un onere accessorio, ma un elemento essenziale che definiva il tipo di rischio che l’assicuratore aveva accettato di coprire.

Di conseguenza, la mancanza dell’antifurto sul mezzo del vettore ha portato il sinistro al di fuori dell’ambito di copertura della polizza. Secondo la Corte, l’assicurato, nel momento in cui si affida a un vettore terzo, è tenuto a garantire che quest’ultimo rispetti le condizioni previste dal contratto di assicurazione. La condotta del vettore, quindi, ricade indirettamente sull’assicurato, non come estensione della responsabilità, ma come mancato avveramento delle condizioni necessarie per l’operatività della garanzia.

Le Conclusioni: Cosa Insegna Questa Sentenza sulla Clausola Assicurativa?

Questa ordinanza offre importanti spunti pratici per tutte le aziende che stipulano polizze assicurative per il trasporto merci. La lezione principale è che è fondamentale leggere con estrema attenzione tutte le clausole del contratto, in particolare quelle che definiscono le condizioni di operatività della garanzia. Non basta affidarsi a un trasportatore professionale; è necessario assicurarsi che quest’ultimo sia in grado di rispettare e che effettivamente rispetti tutte le prescrizioni di sicurezza imposte dalla polizza. In caso contrario, il rischio è quello di pagare un premio assicurativo per una copertura che, al momento del bisogno, si rivela inefficace.

Una clausola assicurativa che esclude la garanzia per il mancato rispetto di determinate cautele da parte del vettore terzo è considerata vessatoria?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che non si tratta di una clausola vessatoria. Tale clausola non limita la responsabilità dell’assicuratore, ma definisce l’oggetto e i limiti della garanzia assicurativa, specificando il rischio garantito.

L’assicurato è responsabile se il vettore terzo, da lui incaricato, non adotta le misure di sicurezza previste dalla polizza?
Sì, l’inoperatività della polizza si verifica anche se la violazione delle condizioni di sicurezza (come la mancanza di un antifurto sul veicolo) è imputabile al vettore terzo. Queste condizioni delimitano il rischio coperto e il loro mancato rispetto, anche da parte di terzi incaricati, esclude il diritto all’indennizzo.

Come distingue la Corte di Cassazione tra una clausola che limita la responsabilità e una che definisce l’oggetto del contratto?
La Corte chiarisce che le clausole limitative della responsabilità sono quelle che riducono le conseguenze della colpa o dell’inadempimento. Invece, le clausole che, come nel caso di specie, specificano le condizioni necessarie per l’operatività della garanzia (ad esempio, l’uso di un antifurto) riguardano il contenuto e i limiti della copertura e, quindi, definiscono l’oggetto stesso del contratto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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