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Blocco contrattazione pubblica: vale per i CCNL privati?

La Corte di Cassazione esamina se il blocco della contrattazione pubblica, imposto per il triennio 2010-2012, si estenda anche ai dipendenti delle pubbliche amministrazioni il cui rapporto di lavoro è regolato da un contratto collettivo di diritto privato. Ritenendo la questione di particolare importanza e non ancora risolta, l’ordinanza interlocutoria rinvia la causa a una pubblica udienza per una decisione più approfondita, che sarà assunta con sentenza.

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Pubblicato il 7 dicembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Blocco Contrattazione Pubblica e CCNL Privato: La Cassazione Chiede un Approfondimento

L’ordinanza interlocutoria n. 20583/2024 della Corte di Cassazione affronta una questione cruciale per il pubblico impiego: il blocco contrattazione pubblica, introdotto da norme di contenimento della spesa, si applica anche ai dipendenti di amministrazioni pubbliche il cui rapporto è regolato da un contratto collettivo (CCNL) di diritto privato? Anziché fornire una risposta immediata, la Suprema Corte ha ritenuto la questione meritevole di un esame più approfondito, rinviando la decisione a una futura udienza pubblica.

I Fatti del Caso

La controversia nasce dalla richiesta di alcuni dipendenti di un ente pubblico di ottenere adeguamenti retributivi derivanti dal rinnovo del loro contratto collettivo, di natura privatistica. L’amministrazione datrice di lavoro si era opposta a tali richieste, invocando la normativa sul blocco contrattazione pubblica e sul contenimento dei trattamenti economici nel pubblico impiego, in particolare l’articolo 9 del D.L. n. 98/2010 (convertito in Legge n. 122/2010).

Questo decreto aveva, tra le altre cose, congelato per il triennio 2010-2012 le procedure contrattuali e negoziali per il personale delle pubbliche amministrazioni, impedendo di fatto rinnovi economici. La questione centrale, quindi, è se tale blocco possa essere esteso anche a quei rapporti di lavoro che, pur essendo alle dipendenze di un ente pubblico, sono disciplinati da regole e contratti tipici del settore privato.

La Decisione della Corte di Cassazione: Rinvio a Udienza Pubblica

Con una mossa prudente e ponderata, la Sezione Lavoro della Cassazione non ha deciso nel merito la questione. Ha invece emesso un’ordinanza interlocutoria con cui ha disposto il rinvio della causa a una pubblica udienza. Questa scelta procedurale è riservata ai casi che presentano questioni di diritto di particolare importanza o che non sono state ancora affrontate in modo definitivo dalla giurisprudenza.

Le Motivazioni: Un Vuoto Normativo e Giurisprudenziale sul Blocco Contrattazione Pubblica

La Corte ha motivato la sua decisione evidenziando diversi punti chiave:

1. Ambiguità del dato normativo: L’art. 9, comma 17, del D.L. n. 98/2010 menziona esplicitamente le “procedure contrattuali e negoziali” del personale di cui al D.Lgs. 165/2001, che sono tipiche del pubblico impiego “contrattualizzato”. Tuttavia, la norma non fa alcun riferimento espresso ai contratti collettivi di diritto privato che, in alcuni specifici contesti, possono essere applicati a dipendenti pubblici.
2. Mancanza di precedenti specifici: I giudici hanno rilevato che né la Corte Costituzionale né la stessa Corte di Cassazione si sono mai pronunciate specificamente sugli effetti del blocco della contrattazione pubblica in relazione a rapporti di lavoro disciplinati da CCNL di diritto privato.
3. Necessità di un’ampia interlocuzione: Data la rilevanza della questione, che potrebbe avere impatti significativi su una categoria di lavoratori, la Corte ha ritenuto opportuno che la decisione finale sia presa in forma di sentenza, dopo un’ampia e diretta discussione tra le parti e con il contributo del Pubblico Ministero, come avviene nelle udienze pubbliche.

Le Conclusioni: Quali Scenari Futuri?

L’ordinanza non risolve il dubbio, ma lo mette al centro del dibattito giuridico. La futura sentenza che scaturirà dall’udienza pubblica avrà il compito di tracciare una linea chiara. Se la Corte dovesse escludere l’applicabilità del blocco, verrebbe rafforzata l’autonomia della contrattazione collettiva privata anche quando applicata nel settore pubblico. In caso contrario, verrebbe affermato un principio di onnicomprensività delle misure di contenimento della spesa pubblica, a prescindere dalla fonte contrattuale che regola il rapporto di lavoro. La decisione finale è quindi attesa con grande interesse per le sue implicazioni pratiche e di sistema.

Qual è la questione principale affrontata dalla Corte di Cassazione in questa ordinanza?
La questione è se il blocco della contrattazione collettiva nel settore pubblico, previsto dal D.L. n. 98/2010 per il triennio 2010-2012, si applichi anche ai dipendenti di amministrazioni pubbliche il cui rapporto di lavoro è regolato da un contratto collettivo nazionale (CCNL) di diritto privato.

La Corte di Cassazione ha deciso la questione?
No, la Corte non ha deciso nel merito. Ha emesso un’ordinanza interlocutoria con cui ha rinviato la causa a una pubblica udienza, ritenendo che la questione richieda un approfondimento maggiore prima di essere decisa con una sentenza.

Perché la Corte ha rinviato il caso a un’udienza pubblica?
La Corte ha optato per il rinvio perché la questione è di particolare importanza, non è mai stata affrontata in precedenza né dalla Corte Costituzionale né dalla stessa Cassazione, e la formulazione della norma (art. 9, comma 17, D.L. 98/2010) non chiarisce esplicitamente se includa i CCNL di diritto privato. Un’udienza pubblica permetterà una discussione più ampia e diretta tra le parti e il Pubblico Ministero.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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