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Codice Penale

Controversie in materia di invalidità civile

Nelle controversie in materia di invalidità civile, la pronuncia è destinata a riguardare solo un elemento della fattispecie costitutiva

Pubblicato il 29 November 2021 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
Tribunale di Roma 
SEZIONE LAVORO 

Il Tribunale, nella persona del giudice designato dott.ssa Alla udienza del 23/11/2021 ha pronunciato la seguente

SENTENZA n. 9817/2021 pubblicata il 23/11/2021

nella causa lavoro di I grado iscritta al N. 11409 /2020 R.G. promossa da:

XXX
con il patrocinio dell’avv.

RICORRENTE contro:

INPS
con il patrocinio dell’avv.

RESISTENTE

OGGETTO: Opposizione ATP

RAGIONI DELLA DECISIONE

Con ricorso depositato il 14.4.2021 la parte ricorrente esponendo di aver infruttuosamente esperito la procedura amministrativa diretta ad ottenere l’indennità di accompagnamento ex art. 1 della legge n. 18/80 e l’accertamento dello status di handicap grave (domanda del 10.1.2019) ed esponendo di aver altresì esperito ricorso giudiziale per l’accertamento tecnico preventivo (ex art. 445-bis c.p.c.) diretto ad ottenere il riconoscimento del requisito medico-legale utile ai fini della concessione di detta prestazione; contestate tempestivamente le conclusioni del Ctu che in tale ultimo giudizio aveva ritenuto insussistente il requisito medico-legale di cui all’art. 1 L. 18/80; ha convenuto in giudizio l’Inps chiedendo l’accertamento del suo diritto alla prestazione assistenziale, fin dalla domanda amministrativa e la conseguente condanna dell’Istituto al pagamento in suo favore dei ratei pregressi, oltre accessori.

Si è costituito in giudizio l’Inps che ha contestato la fondatezza della domanda e ne ha chiesto il rigetto.

La domanda è parzialmente fondata.

Il nominato ctu ha evidenziato che il XXX è fondamentalmente affetto da un quadro clinico caratterizzato da una importante componente artrosica disfunzionale soprattutto a carico degli arti inferiori, rilevando come “tale deficit risulta oltremodo aggravato da una severa obesità che se associata all’età del soggetto (88enne), risulta evidente come l’utilizzo dei bastoni canadesi, al momento attuale, non ha solamente una finalità di sicurezza ma di vero e concreto sostegno per una deambulazione, peraltro, possibile per brevi tragitti, a causa dell’insorgenza di un evidente e comprensibile affanno”.

Il CTU ha pertanto concluso accertando che “ci troviamo di fronte ad un soggetto che deve necessariamente essere aiutato per ogni spostamento e seguito anche all’interno delle mura domestiche a causa di una condizione clinica caratterizzata da severo deficit della deambulazione con elevato rischio di cadute”.

Quanto alla decorrenza, il CTU, precisata una concreta difficoltà di giudizio poiché non risultano in atti recenti accertamenti diagnostici ovvero clinici specialistici che possano aiutare nell’identificare l’epoca in cui le capacità motorie si sono aggravate, ha ritenuto che verosimilmente, il periodo di isolamento da Covid-19 ha determinato una incidenza negativa soprattutto nei soggetti anziani, come nel caso de quo, e pertanto, ha identificato la decorrenza, in via orientativa, a partire da gennaio 2021.

Il Ctu ha inoltre accertato la sussistenza in capo all’assistito dei requisiti medico-legali di cui all’art. 3 comma 3 L. 104/92, sin dall’epoca della domanda amministrativa.

Le conclusioni di invalidità cui giunge il C.T.U., non contestate dall’ente previdenziale, risultano sorrette da corretta e congrua motivazione ed immuni da vizi logici, sicchè possono condividersi.

Deve pertanto dichiararsi la sussistenza in capo alla parte ricorrente dei requisiti medico-legali di cui all’art. 1 L. 18/80 a decorre dal gennaio 2021 e quelli di cui all’art. 3 comma 3 L. 104/92 sin dalla domanda amministrativa. Appaiono, tuttavia, inammissibili le domande di accertamento del diritto all’indennità e di condanna a carico dell’INPS al pagamento dei relativi ratei maturati dalla data del riconoscimento del requisito sanitario.

Come infatti osservato, da ultimo, da Cass. civ. sez. lav., 24/10/2018, n. 27010: “Nelle controversie in materia di invalidità civile, cecità civile, sordità civile, handicap e disabilità, nonché di pensione di inabilità e di assegno di invalidità ai sensi della l. n. 222 del 1984, la pronuncia emessa in esito al giudizio di cui all’art. 445 bis, ultimo comma, c.p.c., è per legge destinata a riguardare solo un elemento della fattispecie costitutiva (il c.d. requisito sanitario), sicché quanto in essa deciso non può contenere un’efficace declaratoria sul diritto alla prestazione, che è destinata a sopravvenire solo in esito ad accertamenti relativi agli ulteriori requisiti socio-economici”).

Le spese di lite si compensano in ragione della metà attesa la sopravvenienza delle condizioni invalidanti di cui all’art. 1 L. 18/80 solo successivamente al deposito della perizia contestata con il presente giudizio di opposizione, mentre la residua metà si pone a carico dell’Inps e si liquida in € 1.200,00 oltre rimborso spese generali, cap ed iva. Le spese di consulenza devono essere poste definitivamente a carico dell’Inps e vengono liquidate in favore del CTU come da separato decreto, in atti.

P.Q.M.

1) Dichiara che la parte ricorrente presenta una totale e permanente inabilità lavorativa e necessita di assistenza continua con decorrenza dal gennaio 2021; presenta inoltre i requisiti di cui all’art. 3 comma 3 L. 104/92 sin dalla domanda amministrativa;

2) condanna l’Inps alla rifusione in favore del ricorrente della metà delle spese di lite, liquidata in Euro 1.200,00 oltre accessori di legge, da distrarsi in favore del procuratore costituito ai sensi dell’art. 93 c.p.c., compensando la residua metà;

3) pone definitivamente a carico dell’Inps le spese di consulenza tecnica liquidate come da separato decreto

Roma 23.11.2021

Il giudice

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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