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Cancellazione dal registro delle imprese

L’atto formale di cancellazione di una società dal registro delle imprese aveva funzione di pubblicità, e non ne determinava l’estinzione, ove non fossero ancora esauriti tutti i rapporti giuridici facenti capo alla società stessa e che, conseguentemente, fino a tale momento, permaneva la legittimazione processuale in capo alla società e doveva escludersi, anche con riferimento […]

Pubblicato il 12 July 2009 in Diritto Commerciale, Giurisprudenza Civile

L’atto formale di cancellazione di una società dal registro delle imprese aveva funzione di pubblicità, e non ne determinava l’estinzione, ove non fossero ancora esauriti tutti i rapporti giuridici facenti capo alla società stessa e che, conseguentemente, fino a tale momento, permaneva la legittimazione processuale in capo alla società e doveva escludersi, anche con riferimento alle successive fasi di impugnazione, che, intervenuta la cancellazione, il processo già iniziato dovesse proseguire nei confronti o su iniziativa delle persone fisiche che la rappresentavano in giudizio o dei soci.

La correttezza della interpretazione è stata messa in discussione e negata dalla modifica apportata all’art. 2495 c.c., dall’art. 4, d.lgs. 17 gennaio 2003, n. 6 (riforma organica della disciplina delle società di capitali e società cooperative), che, seppur non facendo riferimento alle società di persone, dopo avere imposto la richiesta di cancellazione della società dal registro delle imprese dopo l’approvazione del bilancio finale di liquidazione, al 2° co – fermo restando l’estinzione della società, dopo la cancellazione i creditori sociali non soddisfatti possono far valere i loro crediti nei confronti dei soci fino alla concorrenza delle somme da questi riscosse in base al bilancio finale di liquidazione – ravvisa la vigenza nell’ordinamento del diverso generale principio che la cancellazione dal registro delle imprese comporta l’estinzione della società.

La natura meramente cognitiva dell’inciso contenuto nella norma esclude che la necessità di immediato adeguamento dell’interpretazione delle norme a tale principio trovi ostacolo nell’entrata in vigore della modifica normativa in data 1 gennaio 2004, atteso che la funzione esegetica ad essa attribuibile ne impone un’applicazione retroattiva ed in relazione ad ogni forma societaria, con la sola esclusione dei rapporti giuridici già esauriti e degli effetti già in precedenza reversibilmente verificatisi.

Cassazione Civile, Sezione Seconda, Sentenza n. 25192 del 12 novembre 2008

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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