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Diritto fondamentale, pretesa del figlio al mantenimento

La natura di diritto fondamentale della pretesa del figlio al mantenimento, all’istruzione e all’educazione è stata già affermata in una rilevante pronuncia della Suprema Corte, che, muovendo dal combinato disposto degli artt. 24, comma 3, della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea) viene riconosciuto con particolare incisività il diritto del minore di intrattenere regolarmente relazioni personali e contatti diretti con i due genitori, salvo qualora ciò sia contrario al suo interesse.

Pubblicato il 20 March 2014 in Diritto di Famiglia, Giurisprudenza Penale

La natura di diritto fondamentale della pretesa del figlio al mantenimento, all’istruzione e all’educazione è stata già affermata in una rilevante pronuncia della Suprema Corte, che, muovendo dal combinato disposto degli artt. 2043 c.c. e 2 Cost., ha riconosciuto ad un figlio, privato per anni dell’assegno di mantenimento e di ogni sostegno educativo ed affettivo da parte del padre, il risarcimento del danno esistenziale e alla vita di relazione, quale danno ulteriore e diverso sia dal danno biologico sia da quello morale, e derivante dalla violazione non di un mero diritto di contenuto patrimoniale, ma di sottesi e più pregnanti diritti fondamentali della persona in quanto figlio e in quanto minore.

Orientata nella stessa direzione di tutela, appare anche la giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo, allorquando, precisa che parte fondamentale della vita familiare protetta dalla normativa convenzionale è il godimento, da parte del genitore e del figlio, della reciproca compagnia, quand’anche la relazione fra i genitori si sia interrotta o non via sia mai stata coabitazione tra figlio e genitore.

Anche nell’ordinamento comunitario (art. 24, comma 3, della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea) viene riconosciuto con particolare incisività il diritto del minore di intrattenere regolarmente relazioni personali e contatti diretti con i due genitori, salvo qualora ciò sia contrario al suo interesse.

Cassazione Penale, Sentenza n. 51488 del 24 ottobre 2013, depositata il 19 dicembre 2013

 

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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