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Spedizione con servizio postale dell’atto introduttivo alla cancelleria

Ad evitare la pronuncia di inammissibilità dell’opposizione non proposta nel termine di legge non basta la volontà di proporre opposizione in qualsiasi modo manifestata, atteso che la perentorietà del termine e la decadenza determinata dalla sua inosservanza esigono che il comportamento imposto alla parte al fine di evitare conseguenze ad essa sfavorevoli sia precisamente individuato in astratto e sia compiutamente tenuto in concreto secondo le modalità prescritte dalla legge. c. p. c. ), e non può condurre alla valida costituzione in giudizio dell’attore e alla regolare iscrizione della relativa causa nel ruolo generale civile, per cui la stessa risulta radicalmente inidonea ad investire validamente il giudice della cognizione e della decisione.

Pubblicato il 28 April 2008 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Ad evitare la pronuncia di inammissibilità dell’opposizione non proposta nel termine di legge non basta la volontà di proporre opposizione in qualsiasi modo manifestata, atteso che la perentorietà del termine e la decadenza determinata dalla sua inosservanza esigono che il comportamento imposto alla parte al fine di evitare conseguenze ad essa sfavorevoli sia precisamente individuato in astratto e sia compiutamente tenuto in concreto secondo le modalità prescritte dalla legge.

L’esame delle disposizioni processuali attinenti al rito delle controversie di lavoro induce, dunque, a concludere che l’atto introduttivo del giudizio davanti al giudice del lavoro deve essere depositato nella cancelleria del relativo ufficio giudiziario: tanto dispone espressamente l’art. 415 c.p.c. per il processo del lavoro ed analogo principio si desume dal complesso delle disposizioni processuali attinenti alla costituzione della parte anche nel giudizio ordinario.

Per converso la spedizione a mezzo del servizio postale alla cancelleria integra una modalità non prevista in via generale (salva l’espressa eccezione rappresentata dall’art. 134 disp att. c.p.c.), e non può condurre alla valida costituzione in giudizio dell’attore e alla regolare iscrizione della relativa causa nel ruolo generale civile, per cui la stessa risulta radicalmente inidonea ad investire validamente il giudice della cognizione e della decisione.

Cassazione Civile, Sezione Lavoro, Sentenza n. 21447 del 12 ottobre 2007

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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