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Indebita percezione di erogazioni a danno della Stato

Paradigma normativo, nel quale ricondurre la fattispecie, va senza dubbio ricercato nell’art. 316 ter c.p., inserito, nell’ambito dei “delitti contro la pubblica amministrazione” per effetto dalla legge 29 settembre 2000, n. 300 art. 4. (Ratifica di convenzioni in materia di corruzione di pubblici ufficiali) Il reato si concretizza qualora mediante l’utilizzo o la presentazione di […]

Pubblicato il 25 November 2007 in Diritto Penale

Paradigma normativo, nel quale ricondurre la fattispecie, va senza dubbio ricercato nell’art. 316 ter c.p., inserito, nell’ambito dei “delitti contro la pubblica amministrazione” per effetto dalla legge 29 settembre 2000, n. 300 art. 4. (Ratifica di convenzioni in materia di corruzione di pubblici ufficiali) Il reato si concretizza qualora mediante l’utilizzo o la presentazione di dichiarazioni o documenti falsi o attestanti cose non vere, ovvero mediante l’omissione di informazioni dovute, un soggetto, consegue indebitamente per sé o per altri contributi, finanziamenti, mutui agevolati o altre erogazioni dello stesso tipo comunque denominate, concessi o erogati dallo Stato, Enti pubblici o dalle Comunità Europee. La pena prevista per le ipotesi su indicate è della reclusione da sei mesi a tre anni. Tuttavia se la somma indebitamente percepita è pari o inferire a 3.999 € e 96 C., si applica solo la sanzione amministrativa, relativa al pagamento pecuniario da € 5.164 a € 25.822; in ogni caso tale sanzione non può superare il triplo del beneficio conseguito. Qualora il fatto costituisca più grave reato, risulta necessario il coordinamento del reato esaminato dalla norma in questione, con la fattispecie consacrata nell’art. 640 bis c.p.” Truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche”; da qui la sussidiarietà dell’art.316 ter c.p. rispetto all’art. 640 bis c.p.,la cui applicazione trova concretizzazione solo ove non ricorra la fattispecie di truffa aggravata. Non è configurabile l’indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato, nella condotta dell’agente che al fine di ottenere erogazioni pubbliche di natura assistenziale, renda dichiarazioni mendaci in relazione alle proprie condizioni personali, familiari e patrimoniali. Infine, per quanto concerne gli istituti processuali ne deriva: 1)competenza: del Tribunale in composizione collegiale; 2)procedibilità: d’ufficio; 3)arresto e fermo: non consentiti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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