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I contratti di sponsorizzazione negli enti pubblici

Forma innovativa, nell’organizzazione amministrativa, la sponsorizzazione è un modello contrattuale, utilizzato nell’ambito delle attività svolte dalla P.A, per la realizzazione di specifici interventi. Il fenomeno oggi, registra una larga diffusione, il cui motiva va, senza dubbio, ricercato, nella esigenza per l’amministrazione di ricercare risorse finanziarie, per lo svolgimento di attività istituzionali. Va osservato, che il […]

Pubblicato il 01 July 2007 in Diritto Amministrativo

Forma innovativa, nell’organizzazione amministrativa, la sponsorizzazione è un modello contrattuale, utilizzato nell’ambito delle attività svolte dalla P.A, per la realizzazione di specifici interventi. Il fenomeno oggi, registra una larga diffusione, il cui motiva va, senza dubbio, ricercato, nella esigenza per l’amministrazione di ricercare risorse finanziarie, per lo svolgimento di attività istituzionali. Va osservato, che il suo utilizzo, in origine, era circoscritto alle sole iniziative di tipo culturale, ma progressivamente ha acquisito rilievo anche in altri settori di pubblico intervento, quali, appalti locali e pubblica sanità, tanto per citarne alcuni. Volendo trarne una definizione concettuale, il “contratto di sponsorizzazione” è un atto negoziale intercorrente tra due soggetti: lo sponsee, che previo corrispettivo, si obbliga con lo sponsor, ad associare la propria attività allo stesso. La sua legittimazione, va ricondotta all’art. 43, della L egge n. 449 del 1997 e, all’art 119 del T.U.E.L., 267 del 2000. In particolare, l’art 43, stabilisce che: al fine di favorire l’innovazione dell’organizzazione amministrativa e di realizzare maggiori economie, nonchè una migliore qualità dei servizi prestati, le pubbliche amministrazioni possono stipulare contratti di sponsorizzazione ed accordi di collaborazione con soggetti privati ed associazioni, senza fini di lucro, costituite con atto notarile. Tali iniziative devono essere dirette al perseguimento di interessi pubblici, devono escludere forme di conflitto di interesse tra l’attività pubblica e quella privata e devono comportare risparmi di spesa rispetto agli stanziamenti disposti. Per le sole amministrazioni dello Stato una quota dei risparmi così ottenuti, pari al 5 per cento, è destinata ad incrementare gli stanziamenti diretti alla retribuzione di risultato dei dirigenti appartenenti al centro di responsabilità che ha operato il risparmio; una quota pari al 65 per cento resta nelle disponibilità di bilancio della amministrazione. Tali quote sono versate all’entrata del bilancio dello Stato per essere riassegnate, per le predette finalità, con decreti del Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica. La rimanente somma costituisce economia di bilancio. Le disposizioni in esame non si applicano nei casi in cui le sponsorizzazioni e gli accordi di collaborazione sono diretti a finanziare interventi, servizi o attività non inseriti nei programmi di spesa ordinari. Continuano, inoltre, ad applicarsi le particolari disposizioni in tema di sponsorizzazioni ed accordi con i privati relative alle amministrazioni dei beni culturali ed ambientali e dello spettacolo, nonchè ogni altra disposizione speciale in materia. Ai sensi dell’art 119 T.U.E.L., invece, ne deriva che: al fine di favorire una migliore qualità dei servizi prestati, i comuni, le province e gli altri enti locali, possono stipulare contratti di sponsorizzazione, accordi di collaborazione e convenzioni con soggetti pubblici o privati, diretti a fornire consulenze o servizi aggiuntivi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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