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La cessione dei crediti

E’ un negozio con il quale, il creditore cedente trasferisce a titolo oneroso o gratuito il suo credito ad un altro soggetto, il cessionario, anche senza il consenso del debitore, purché il credito non abbia carattere strettamente personale o il trasferimento non sia vietato dalla legge. Si realizza mediante un contratto bilaterale con cui le […]

Pubblicato il 04 June 2007 in Diritto Civile

E’ un negozio con il quale, il creditore cedente trasferisce a titolo oneroso o gratuito il suo credito ad un altro soggetto, il cessionario, anche senza il consenso del debitore, purché il credito non abbia carattere strettamente personale o il trasferimento non sia vietato dalla legge. Si realizza mediante un contratto bilaterale con cui le parti possono escludere la cedibilità del credito; ma il patto non è opponibile al cessionario, se non si prova che egli lo conosceva al tempo della cessione. Con il contratto in esame, il cedente deve consegnare al cessionario i documenti probatori del credito che sono in suo possesso; ma nel caso in cui sia stata ceduta solo una parte del credito, il cedente è tenuto a dare al cessionario una copia autentica dei documenti. Per effetto della cessione, il credito è trasferito al cessionario con i privilegi, con le garanzie personali e reali e con gli altri accessori. Il cedente non può trasferire al cessionario, senza il consenso del costituente, il possesso della cosa ricevuta in pegno; in caso di dissenso, il cedente rimane custode del pegno. Salvo patto contrario, la cessione non comprende i frutti scaduti. La cessione ha effetto nei confronti del debitore ceduto quando questi l’ha accettata o quando gli è stata notificata; tuttavia, anche prima della notificazione, il debitore che paga al cedente non è liberato, se il cessionario prova che il debitore medesimo era a conoscenza dell’avvenuta cessione. La cessione ha efficacia anche nei confronti di terzi ma, se il medesimo credito ha formato oggetto di più cessioni a persone diverse, prevale la cessione notificata per prima al debitore, o quella che è stata prima accettata dal debitore con atto di data certa, ancorché essa sia di data posteriore. La medesima regola si osserva quando il credito ha formato oggetto di costituzione di usufrutto o di pegno. Nel caso in cui la cessione sia a titolo oneroso, il cedente è tenuto a garantire l’esistenza del credito al tempo della cessione. La garanzia può essere esclusa per patto, ma il cedente resta sempre obbligato per il fatto proprio. Se la cessione è a titolo gratuito, la garanzia è dovuta solo nei casi e nei limiti in cui la legge pone a carico del donante la garanzia per l’evizione. Il cedente non risponde della solvenza del debitore, salvo che ne abbia assunto la garanzia; in questo caso egli risponde nei limiti di quanto ha ricevuto, deve inoltre corrispondere gli interessi, rimborsare le spese della cessione e quelle che il cessionario abbia sopportate per escutere il debitore, è risarcire il danno. Ogni patto diretto ad aggravare la responsabilità del cedente è senza effetto. Quando il cedente ha garantito la solvenza del debitore, la garanzia cessa, se la mancata realizzazione del credito per insolvenza del debitore è dipesa da negligenza del cessionario nell’iniziare o nel proseguire le istanze contro il debitore stesso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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