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Obbligo di conservazione del posto del lavoratore assente

Ai fini dell’acquisizione del diritto alla qualifica superiore, di distinti periodi di reiterata assegnazione alle corrispondenti mansioni, l’art. Nel caso in esame, la vacanza del posto in organico del titolare dell’ufficio si è verificata solo con la cessazione del rapporto del soggetto destinato a tale posizione di lavoro; fino a tale momento, nonostante le precedenti assenze, è perdurato nei confronti del medesimo l’obbligo di conservazione del posto.

Pubblicato il 05 March 2007 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Ai fini dell’acquisizione del diritto alla qualifica superiore, di distinti periodi di reiterata assegnazione alle corrispondenti mansioni, l’art. 2103 c.c. esclude la maturazione di tale diritto quando l’assegnazione stessa abbia avuto luogo per sostituzione di lavoratore assente con diritto alla conservazione del posto.

Tale ipotesi ricorre, secondo la costante giurisprudenza, nel caso di assenza dovuta ad una sospensione del rapporto di lavoro previste dalla legge o dalla contrattazione collettiva, e dunque per le assenze dovute a malattia o ferie del lavoratore sostituito.

Nel caso di specie rileva lo svolgimento delle mansioni di direttore dell’ufficio nel tempo in cui la titolare era assente prima per ferie e poi per malattia.

Per un caso simile, in cui il lavoratore aveva per un certo tempo sostituito il titolare dell’ufficio che stava usufruendo dell’ultimo periodo di ferie prima del collocamento a riposo, Cassazione 28 Novembre 2003 n. 18282 ha escluso l’operatività della suddetta regola di non computabilità del periodo di sostituzione del lavoratore assente con diritto alla conservazione del posto; e ciò in considerazione del fatto che l’assegnazione delle mansioni superiori non era avvenuta per sopperire a temporanee esigenze organizzative legate alle ferie del dipendente sostituito, ma per coprire l’ufficio in questione sin dal momento di tale allontanamento per ferie del titolare, da ritenersi ormai definitivo, atteso che il termine del periodo feriale veniva a coincidere con la cessazione del rapporto di lavoro.

La Suprema Corte non ha ritenuto di poter condividere l’impostazione seguita da questo precedente.

Il fatto che la cessazione del rapporto di lavoro del dipendente sostituito sia stata immediatamente preceduta, senza soluzioni di continuità, da periodi di sospensione dello stesso rapporto, non incide sulla distinzione da operare tra le diverse cause a cui va riferita la necessità di applicazione di altro dipendente nella posizione di quello assente.

Nelle ipotesi di sospensione legale o convenzionale del rapporto sussiste l’obbligo di conservazione del posto del lavoratore assente, e si realizza quindi il presupposto della regola che impedisce nel caso di sostituzione la c.d. promozione automatica del lavoratore applicato; presupposto evidentemente assente, invece, ove il posto in organico corrisponde alla posizione da ricoprire risulti vacante, presentandosi così in termini completamente diversi l’esigenza aziendale di copertura delle mansioni proprie del titolare.

Nel caso in esame, la vacanza del posto in organico del titolare dell’ufficio si è verificata solo con la cessazione del rapporto del soggetto destinato a tale posizione di lavoro; fino a tale momento, nonostante le precedenti assenze, è perdurato nei confronti del medesimo l’obbligo di conservazione del posto.

Ciò non consente di ritenere già da prima definitivo, ai fini dell’applicazione delle regola di diritto in questione, l’allontanamento dal servizio.

Cassazione Civile, Sezione Lavoro, Sentenza n. 24348 del 15 novembre 2006

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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