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Indennità sostitutiva, diritto alla reintegrazione

18 della legge n. 300 del 1970, nel testo modificato dall’art. 1 della legge n. 108 del 1990, si inserisce, in connessione con il diritto alla reintegrazione nel posto di lavoro, in un rapporto obbligatorio avente la struttura di un’obbligazione con facoltà alternativa dal lato del creditore, essendo attribuita al prestatore la facoltà insindacabile di monetizzare il diritto alla reintegrazione in una prestazione pecuniaria di ammontare fisso, pari a quindici mensilità di retribuzione.

Pubblicato il 09 March 2007 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

L’indennità prevista dal quinto comma dell’art. 18 della legge n. 300 del 1970, nel testo modificato dall’art. 1 della legge n. 108 del 1990, si inserisce, in connessione con il diritto alla reintegrazione nel posto di lavoro, in un rapporto obbligatorio avente la struttura di un’obbligazione con facoltà alternativa dal lato del creditore, essendo attribuita al prestatore la facoltà insindacabile di monetizzare il diritto alla reintegrazione in una prestazione pecuniaria di ammontare fisso, pari a quindici mensilità di retribuzione.

In particolare è stato evidenziato che il diritto del lavoratore illegittimamente licenziato di ottenere, in luogo della reintegrazione nel posto di lavoro, l’indennità sostitutiva deriva dall’illegittimità del licenziamento e sorge contemporaneamente al diritto alla reintegrazione.

Cassazione Civile, Sezione Lavoro, Sentenza n. 25210 del 28 novembre 2006

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