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Il diritto dell’espropriando, ad avere l’indennità maggiorata, non può essere vanificato dalla condotta dilatoria dell’espropriante

L’indennità virtuale d’espropriazione, sulla cui base è computabile in misura percentuale l’indennità per il periodo di legittima occupazione temporanea e d’urgenza non seguita da espropriazione o cessione, si identifica, quando si tratti di procedura espropriativa di area edificabile soggetta alle regole dell’art. 5 bis d.l. 11.7.1992 n. 333, inserito nella legge di conversione 8.8.1992 n. […]

Pubblicato il 01 January 2007 in Esecuzione Forzata, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

L’indennità virtuale d’espropriazione, sulla cui base è computabile in misura percentuale l’indennità per il periodo di legittima occupazione temporanea e d’urgenza non seguita da espropriazione o cessione, si identifica, quando si tratti di procedura espropriativa di area edificabile soggetta alle regole dell’art. 5 bis d.l. 11.7.1992 n. 333, inserito nella legge di conversione 8.8.1992 n. 359, nella metà della somma del valore venale e del valore fiscale (reddito domincale rivalutato), ridotta del 40% se l’espropriando, con la determinazione dell’indennità espropriativa provvisoria (o con altra modalità) abbia ricevuto e non abbia accettato offerta d’importo coincidente o non apprezzabilmente divergente rispetto alla stessa semisomma. Non è praticata la riduzione del 40% se l’offerta sia mancata o sia stata effettuata invalidamente od in misura incongrua. In mancanza dell’offerta, dunque, il proprietario occupato non è posto in condizione di addivenire alla cessione volontaria, e su di lui non può incidere l’effetto deteriore (la decurtazione del 40%) dell’omissione amministrativa. La determinazione dell’indennità provvisoria deve essere tale da porre l’espropriato in condizione di accettare l’indennità, e in tal modo di sottrarsi all’abbattimento del 40%, non solo sotto il profilo della congruità, ma anche sotto quello della tempestività. E’ solo parzialmente vero, che l’ente espropriante può fornire l’offerta in qualsiasi momento, tanto che l’acquisizione del bene espropriando può avvenire, fino all’ultimo, in via negoziale (eventualità ora normativamente stabilita: art. 45, comma 1, d.p.r. 8.6.2001 n. 327, t.u. espropriazioni), basta che preceda, ovviamente, il decreto di esproprio: nella sequenza procedimentale descritta dagli artt. 10 e ss. l. 865 del 1971, il Presidente della giunta regionale (o il diverso organo a ciò deputato secondo la legislazione regionale), indica l’indennità provvisoria di espropriazione contestualmente al decreto che dichiara la pubblica utilità dell’opera. La procedura espropriativa, ed il subprocedimento di determinazione delle indennità, di esproprio e di occupazione, sono ora compiutamente regolati nel t.u. delle espropriazioni essendosi previsto in particolare, che ove l’avvio dei lavori rivesta carattere di particolare urgenza, e si debbano occupare anticipatamente i beni necessari, sia il decreto di occupazione che determina in via provvisoria l’indennità di esproprio. Il diritto dell’espropriando, quello di avere l’indennità maggiorata, non può essere vanificato dalla condotta dilatoria dell’espropriante che provveda ad offrire l’indennità, come nel caso di specie, a giudizio iniziato. Il proprietario il cui bene sia stato occupato d’urgenza non deve attendere la determinazione amministrativa dell’indennità, per agire giudizialmente. Da ciò consegue che è interesse dell’ente occupante determinare in via provvisoria l’indennità di espropriazione (che pone l’espropriando in condizione di addivenire alla cessione), in modo da creare immediatamente i presupposti per l’applicazione della riduzione del 40%: il che è possibile proprio osservando scrupolosamente la procedura descritta dall’art. 11. Come è vero che anche l’occupazione d’urgenza può essere disposta solo in presenza di una dichiarazione di pubblica utilità, ove l’ente espropriante formuli l’offerta, secondo legge, con il primo atto del procedimento espropriativo, la richiesta di tutela giudiziaria del proprietario destinatario di un decreto di occupazione per quanto sollecita possa essere, s’imbatterà nel dato storico dell’avvenuta stima amministrativa provvisoria, con le conseguenze in tema di formula di determinazione. Del principio è ora dato esplicito riconoscimento legislativo, nell’art. 3, comma 2, t.u. espropriazioni, in cui la decurtazione del 40% dell’indennità è esclusa ove l’accordo di cessione non sia stato possibile per fatto imputabile all’espropriato. E del resto la giurisprudenza, pur ammettendo l’indicazione tardiva dell’indennità, ha sempre fatto discendere conseguenze sfavorevoli all’espropriante, ove il comportamento fosse strumentalmente mirato ad ottenere l’abbattimento dell’indennità. Cassazione Civile, Sezione Prima, Sentenza n. 23809 dell’8 novembre 2006

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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