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Risarcimento danni, diritto della concorrenza

L’efficacia diretta della norme (comunitarie e nazionali) a tutela della concorrenza è garantita mediante strumenti omogenei di public e private enforcement: nell’ambito di questi ultimi, il diritto al risarcimento previsto dal diritto dell’Unione per i danni derivanti dalle violazioni del diritto della concorrenza dell’Unione e nazionale richiede che ciascuno Stato membro disponga di norme procedurali che garantiscano l’effettivo esercizio di tale diritto. CE n. 1/2003) e, soprattutto, di consulenza tecnica d’ufficio, per l’esercizio, anche d’ufficio, dei poteri di indagine, acquisizione e valutazione di dati e informazioni utili per ricostruire la fattispecie anticoncorrenziale denunciata, nel rispetto del principio del contraddittorio e fermo restando l’onere della parte che agisce in giudizio (vedi l’art.

L’efficacia diretta della norme (comunitarie e nazionali) a tutela della concorrenza è garantita mediante strumenti omogenei di public e private enforcement: nell’ambito di questi ultimi, il diritto al risarcimento previsto dal diritto dell’Unione per i danni derivanti dalle violazioni del diritto della concorrenza dell’Unione e nazionale richiede che ciascuno Stato membro disponga di norme procedurali che garantiscano l’effettivo esercizio di tale diritto.

La necessità di mezzi di ricorso procedurali efficaci deriva anche dal diritto a una tutela giurisdizionale effettiva, come previsto dall’articolo 19, paragrafo 1, secondo comma, del Trattato sull’Unione europea e all’articolo 47, primo comma, della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea (è il quarto considerando della Direttiva n. 104/2014).

In questo scenario, il giudice è chiamato a rendere effettiva la tutela dei privati che agiscono in sede giurisdizionale in presenza di paventate violazioni del diritto della concorrenza (nella ipotesi di cui agli artt. 2 ss. della legge n. 287 del 1990), tenuto conto dell’asimmetria informativa esistente tra le parti nell’accesso alla prova, anche mediante un’interpretazione delle norme processuali in senso funzionale all’obiettivo di una corretta attuazione del diritto della concorrenza.

E’ un obiettivo che può essere perseguito valorizzando, in modo opportuno, gli strumenti di indagine e di conoscenza che le norme processuali già prevedono, mediante un’interpretazione estensiva delle condizioni stabilite dal codice di rito in tema di esibizione di documenti, richiesta di informazioni (vedi anche l’art. 15 del Reg. CE n. 1/2003) e, soprattutto, di consulenza tecnica d’ufficio, per l’esercizio, anche d’ufficio, dei poteri di indagine, acquisizione e valutazione di dati e informazioni utili per ricostruire la fattispecie anticoncorrenziale denunciata, nel rispetto del principio del contraddittorio e fermo restando l’onere della parte che agisce in giudizio (vedi l’art. 2 del Reg. CE n. 1/2003) di indicare in modo sufficientemente plausibile seri indizi dimostrativi della fattispecie denunciata come idonea ad alterare la libertà di concorrenza e a ledere il suo diritto di godere del beneficio della competizione commerciale.

Cassazione Civile, Sezione Prima, Sentenza n. 11564 del 04/06/2015

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