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Acquirente del bene pignorato, attività processuali

Poiché l’alienazione dei beni pignorati non è nulla, ma inefficace nei confronti della procedura esecutiva, il promissario acquirente di un bene pignorato ben può ottenere la sentenza ex art. 2932 c. c. contro il promittente alienante e debitore esecutato che si rifiuti di stipulare il contratto definitivo, ma resta ferma la subordinazione degli effetti dell’alienazione alle ragioni di salvaguardia della garanzia, spettante ai creditori.

Pubblicato il 15 September 2013 in Diritto Immobiliare, Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Poiché l’alienazione dei beni pignorati non è nulla, ma inefficace nei confronti della procedura esecutiva, il promissario acquirente di un bene pignorato ben può ottenere la sentenza ex art. 2932 c.c. contro il promittente alienante e debitore esecutato che si rifiuti di stipulare il contratto definitivo, ma resta ferma la subordinazione degli effetti dell’alienazione alle ragioni di salvaguardia della garanzia, spettante ai creditori.

E, d’altra parte, sul presupposto della operatività dell’art. 2913 c.c., che sancisce l’inefficacia verso il creditore procedente e i creditori intervenuti della alienazioni del bene pignorato successive al pignoramento, la giurisprudenza di legittimità consolidata ha negato all’acquirente a titolo particolare del bene pignorato la possibilità di svolgere le attività processuali inerenti al suo subingresso nella qualità di soggetto passivo dell’esecuzione, negandogli la legittimazione a proporre opposizione agli atti esecutivi, ad intervenire in via adesiva, essendogli consentita solo l’opposizione di terzo ex art. 619 c.p.c. .

Cassazione Civile, Sezione Terza, Sentenza n. 924 dell’16 gennaio 2013

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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