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Ammissione al passivo fallimentare, onere probatorio

L’onere probatorio incombente sul creditore istante in sede di ammissione al passivo può ritenersi soddisfatto ove prodotta documentazione idonea a dimostrare la fondatezza della pretesa formulata, mentre l’eventuale mancanza di data certa nella detta documentazione costituisce un semplice fatto impeditivo del riconoscimento del diritto fatto valere. La necessità di precostituirsi una prova idonea a dare dimostrazione di una pretesa creditoria eventualmente successivamente maturata si pone in contrasto con la peculiare natura dei rapporti commerciali, che ha indotto il legislatore a prevedere semplificazioni probatorie (art.

Pubblicato il 28 May 2013 in Diritto Fallimentare, Giurisprudenza Civile

L’onere probatorio incombente sul creditore istante in sede di ammissione al passivo può ritenersi soddisfatto ove prodotta documentazione idonea a dimostrare la fondatezza della pretesa formulata, mentre l’eventuale mancanza di data certa nella detta documentazione costituisce un semplice fatto impeditivo del riconoscimento del diritto fatto valere.

Se è del tutto condivisibile il richiamo agli artt. 44 e 52 l.f. ai fini della delibazione delle istanze di ammissione al passivo, ciò non comporta che per questo solo fatto debba mutare il regime probatorio conseguente all’atto originariamente posto in essere, atteso che l’art. 2704 c.c. non risulta richiamato da alcuna disposizione della legge fallimentare.

L’eventuale mutamento di regime determinerebbe una non ragionevole incidenza negativa sulla parte creditrice, che oltre a non potersi avvalere del disposto di cui all’art. 2702 c.c., si troverebbe senza colpa nella pregiudizievole situazione di dover dare dimostrazione dell’antecedenza del proprio credito al fallimento.

La necessità di precostituirsi una prova idonea a dare dimostrazione di una pretesa creditoria eventualmente successivamente maturata si pone in contrasto con la peculiare natura dei rapporti commerciali, che ha indotto il legislatore a prevedere semplificazioni probatorie (art. 2709 e 2710 c.c.), proprio al fine di favorire le relazioni commerciali e di agevolare le definizioni delle relative transazioni.

La distribuzione dell’onere della prova nell’ambito dei generali principi esistenti deve tener conto anche del principio della disponibilità dei mezzi di prova, che induce a privilegiare interpretazioni della legge che non rendano impossibile o troppo difficile il diritto di azione costituzionalmente garantito, eccessiva difficoltà, se non impossibilità, che si determinerebbe nel caso in cui si volesse imporre al creditore che formula istanze di ammissione al passivo l’onere di dimostrare l’anteriorità del credito all’apertura della procedura concorsuale.

Cassazione Civile, Sezioni Unite, Sentenza n. 4213 del 20 febbraio 2013

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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