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Sequestro preventivo e confisca dei beni

Diversamente, si verrebbe a colpire il soggetto, espropriandosene il patrimonio, non per una presunzione di illiceità, in tutto o in parte, della sua provenienza, ma per il solo fatto della evasione fiscale. Condotta, questa, che all’evidenza non può dirsi riconducibile alla spirito e alla ratio dell’istituto in questione, che mira a colpire i proventi di attività criminose e non a sanzionare la infedele dichiarazione dei redditi, che si colloca in un momento successivo rispetto a quello della produzione del reddito, e per la quale soccorrono specifiche norme in materia tributaria, non necessariamente implicanti responsabilità penali.

Pubblicato il 19 January 2012 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Se il presupposto di operatività dell’istituto di cui l’art. 12-sexies del D.L. n. 306/1992, che consente il sequestro preventivo e la confisca, è la presunzione di illiceità della provenienza delle risorse patrimoniali di un determinato soggetto, appare evidente che ove le fonti di produzione del patrimonio siano identificabili, siano lecite, e ne giustificano la titolarità in termini non sproporzionati ad esse, è irrilevante che tali fonti siano identificabili nei redditi dichiarati a fini fiscali piuttosto che nel valore delle attività economiche che tali entità patrimoniali producano, pur in assenza o incompletezza di una dichiarazione dei redditi.

Diversamente, si verrebbe a colpire il soggetto, espropriandosene il patrimonio, non per una presunzione di illiceità, in tutto o in parte, della sua provenienza, ma per il solo fatto della evasione fiscale.

Condotta, questa, che all’evidenza non può dirsi riconducibile alla spirito e alla ratio dell’istituto in questione, che mira a colpire i proventi di attività criminose e non a sanzionare la infedele dichiarazione dei redditi, che si colloca in un momento successivo rispetto a quello della produzione del reddito, e per la quale soccorrono specifiche norme in materia tributaria, non necessariamente implicanti responsabilità penali.

Una simile interpretazione è del resto confortata dal tenore letterale della disposizione, che impedisce l’ablazione del patrimonio, quando, indifferentemente, esso sia giustificato dal valore dei redditi formalmente dichiarati ovvero dall’attività economica svolta, quest’ultima normalmente produttiva di reddito imponibile.

Cassazione Penale, Sezione Sesta, Sentenza n. 29926 del 31 maggio 2011 – depositata il 26 luglio 2011

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